Chissà cosa pensano i figli delle vittime della propaganda salviniana

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Cosa pensano i figli delle vittime della propaganda salviniana?


Chissà cosa pensano e hanno pensato i figli di Michela Murgia, Jasmine Cristallo, Silvia Benaglia e di tutte le altre donne che da anni dai in pasto ai tuoi social, dove belve malate non attendono altro per dare sfogo ai propri istinti più deviati, con auguri di stupri, di morte e di peggio.

Chissà cos’ha pensato la figlia di Laura Boldrini quando ti ha visto portare sul palco di un tuo comizio una bambola gonfiabile con le fattezze di sua mamma al tuo grido, tra le risa isteriche: “Ecco la sosia della Boldrini”.

Chissà cosa pensano o penseranno o penserebbero i figli di tutte le “sardine” che hai insultato e deriso, quelli di Fabio Fazio, di Roberto Saviano, di Zingaretti, di ogni politico o giornalista che non hai esitato di accusare di crimini contro il proprio popolo.

Chissà cosa penserà il figlio di Yaya, che nascerà fra poco, quando da grande vedrà le immagini di quell’uomo con la barba che al citofono di casa dei nonni chiamava il suo papà spacciatore davanti a tutto il Paese.

Chissà cosa hanno pensato i figli dei migranti accusati ogni giorno d’essere tutti stupratori, parassiti e assassini.

E chissà cos’hanno pensato di sé stessi quei figli lasciati in mare, per giorni, perché quel signore con la felpa e la barba, senza nemmeno conoscerli, accusava loro e i genitori di voler fare del male al popolo italiano.

Chissà cos’hanno pensato in questi anni i figli di rom, africani, albanesi, cinesi, musulmani che si sono visti alimentare e scagliare contro l’odio di milioni di italiani, additati da quell’uomo con la barba come la causa di ogni male.

E chissà cos’hanno pensato ieri dei loro genitori i figli dei meridionali insultati per decenni da quell’uomo di Milano, e cosa pensano oggi dei loro genitori quei figli di meridionali che ora vedono le loro mamme e i loro papà adorare quello stesso uomo che li ha insultati, cacciati e disprezzati.

Io non lo so se la figlia di Salvini abbia davvero chiesto al suo papà “Perché Conte ce l’ha con te”.

Ma voglio credere di no.

Voglio credere che il suo papà la stia solo sfruttando, ancora una volta, per far leva sulla parte più ignorante del suo elettorato che o non ci crede e non s’indigna per la bugia, o ci crede e non si indigna per l’uso della bambina.

Perché se fosse vero significherebbe che quella piccola, purtroppo sbattuta dal suo papà nella diatriba politica, comprenda già tante cose del lavoro del genitore.

E che quindi così come avrebbe colto nelle parole di Conte un attacco, potrebbe cogliere in quelle del suo papà tutta la quotidiana ferocia di cui è capace contro qualunque essere umano osi ostacolare la sua sete di potere e poltrone.

Ed è meglio che i bambini, certe cose, non le colgano mai. Che pensino solo a giocare, a scartare uova di Pasqua e a volere bene ai loro genitori. Senza altro per la testa.

 

Emilio Mola

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