Chiquita, produttrice leader di banane, dovrà pagare 38,3 milioni di dollari di danni alle famiglie delle vittime di AUC: violento gruppo terroristico colombiano finanziato dalla multinazionale
Chiquita condannata: una giuria statunitense l’ha giudicata responsabile del finanziamento del gruppo paramilitare colombiano Autodefensas Unidas de Colombia (AUC).
Ora, la multinazionale leader nella produzione delle banane dovrà pagare 38,3 milioni di dollari di danni ai sedici familiari di otto uomini civili, tra cui sindacalisti e agricoltori, uccisi dal gruppo terroristico.
La decisione, definita una vittoria storica per i diritti umani, è arrivata dopo 17 anni di durissima battaglia legale delle famiglie.
Chiquita condannata: che rapporto c’era tra produttori di banane e terroristi?
Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, Chiquita Brands International stava cercando di espandersi in Colombia, nonostante l’instabilità politica che avrebbe portato alla guerra civile.
Nello stesso periodo, nel 1997, è nata AUC, una coalizione di gruppi di estrema destra pesantemente armati a cui trafficanti di droga e uomini d’affari si sono rivolti per proteggersi dai gruppi guerriglieri di sinistra.
Per garantirsi la protezione dai gruppi di sinistra che, secondo Chiquita, minacciavano l’espansione dell’azienda, avrebbero pagato i paramilitari di destra.
L’AUC, almeno inizialmente, sosteneva che la sua missione fosse quella di difendere i proprietari terrieri, in una fertile di una regione agricola di 7.000 miglia quadrate, dagli attacchi dei ribelli di sinistra.
In realtà, il gruppo agiva più spesso come uno squadrone della morte per i trafficanti di droga. Si stima che 30.000 membri si siano impegnati in intimidazioni, traffico di droga, estorsioni, sfollamenti forzati e uccisioni (circa 220.000 morti).
E Chiquita, a quel punto, era consapevole dei massacri di AUC contro qualsiasi sospetto (civile e non) simpatizzante di sinistra. Di più, avrebbe beneficiato del rapporto con i terroristi per cacciare o uccidere gli agricoltori, in modo da acquistare terreni a prezzi stracciati ed espandersi in piantagioni di banane più redditizie.
L’azienda avrebbe fatto risultare i pagamenti come “servizio di sicurezza“, sebbene nessun servizio fosse mai stato effettivamente prestato.
Come sostenuto dal team legale dell’azienda, tuttavia, AUC avrebbe iniziato a estorcere grosse somme di denaro minacciando i dipendenti colombiani.
AUC fu demolito nel 2006, dopo aver raggiunto un accordo di pace con il governo. Dal disfacimento dell’AUC, comunque, nacquero gruppi più piccoli attualmente attivi.
La guerra civile, infine, si è conclusa nel 2016 tramite un accordo con i ribelli di sinistra.
Una battaglia lunga 17 anni, i familiari: “hanno pagato per far uccidere”
Le relazioni controverse tra i produttori Chiquita e i paramilitari del gruppo AUC – riconosciuto come “organizzazione terroristica straniera” dal governo degli Stati Uniti nel 2001 – sono state più volte portate in tribunale, negli anni scorsi.
Nel 2007, l’azienda ammise al Dipartimento di Giustizia degli USA di aver pagato più di 1,7 milioni di dollari ad AUC tra il 1997 e il 2004.
Chiquita dovette pagare 25 milioni di dollari per aver violato lo statuto antiterrorismo degli Stati Uniti, ma non venne riconosciuta all’azienda alcuna responsabilità nei confronti delle vittime.
Il verdetto scatenò la rabbia dei familiari dei morti, che diedero inizio a una battaglia legale senza tregua.
Vogliamo che Chiquita Brands ci riconosca, perché sono loro che hanno pagato per far uccidere le persone qui
Nel 2008 presentarono una causa in Florida affermando che i pagamenti da parte di Chiquita all’AUC ne anno sostenuto la violenza, e che la società dovrebbe essere dunque ritenuta responsabile per gli omicidi.
Chiquita ha consapevolmente fornito assistenza sostanziale all’AUC in misura sufficiente a creare un prevedibile rischio di danno ad altri
Le dichiarazioni sulla presunta estorsione ai danni dei dipendenti dell’azienda sono state smontate dai giurati, i quali hanno giudicato il sostegno di Chiquita verso AUC come “prolungato, costante e sostanziale“.
Chiquita non è riuscita a dimostrare che il gruppo stesse minacciando i dipendenti dell’azienda, o che non ci fosse “alcuna alternativa ragionevole” al pagamento
L’azienda dovrà quindi pagare un risarcimento di 38,3 milioni di dollari ai familiari di otto vittime.
Questo il verdetto finale della giuria di West Palm Beach, in Florida, raggiunto dopo due giorni di deliberazione e sei settimane di processo.
L’azienda ha risposto alle accuse annunciando l’intenzione di fare appello.
La situazione in Colombia è stata tragica per molti, compresi coloro che sono stati direttamente colpiti dalla violenza, e i nostri pensieri rimangono con loro e le loro famiglie.
Tuttavia, ciò non cambia la nostra convinzione che non vi sia alcuna base legale per queste affermazioni
Nel frattempo, la stessa azienda sta affrontando una causa in Colombia, a Medellìn, sempre in merito ai finanziamenti elargiti ai terroristi e utilizzati per compiere crimini.
Chiquita condannata: lo storico verdetto apre le porte della giustizia
Quello della condanna di Chiquita è un caso molto raro, secondo gli esperti legali, in cui una società privata è ritenuta responsabile nei confronti delle vittime per il suo operato in regioni con violenza diffusa o disordini sociali.
Per quanto riguarda gli USA, è la prima volta nella Storia che un’azienda viene condannata per violazioni dei diritti umani all’estero.
Gli avvocati di Searcy Law, studio legale che rappresenta le vittime del gruppo ACU, si sono detti molto soddisfatti della decisione della giuria.
Il verdetto invia un messaggio potente: le aziende saranno ritenute responsabili quando le decisioni aziendali daranno priorità ai profitti rispetto alle vite umane
Di conseguenza, secondo l’avvocato Victoria Mesa-Estrada, il verdetto funge anche da campanello d’allarme per le aziende per “rivalutare le loro operazioni e assicurarsi che non stiano nemmeno indirettamente sostenendo la violenza o le violazioni dei diritti umani”
Un giudizio storico, come dichiara Marissa Vahlsing, direttrice della strategia legale transnazionale per EarthRights International. Grazie a questo, infatti, la Corte ha aperto le porte ad altre migliaia di familiari delle vittime dell’AUC, pronte a fare causa a Chiquita.
Il verdetto non riporta indietro i mariti e i figli che sono stati uccisi, ma mette le cose in chiaro e pone la responsabilità per il finanziamento del terrorismo dove appartiene: alle porte di Chiquita
A luglio è previsto l’inizio di un secondo processo che coinvolge le richieste di risarcimento delle vittime contro l’azienda produttrice di banane.