Niente più segreto pontificio per gli abusi su minori all’interno della Chiesa. Due normative aprono ad una maggiore trasparenza. I risvolti della storica rivoluzione voluta da Papa Francesco.
La rivoluzione in due documenti
“Non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti”. Con queste parole che rappresentano l’art. 1 del “Rescriptum ex audentia con cui si promulga l’Istruzione Sulla riservatezza delle cause” Papa Francesco mette fine al segreto pontificio sui casi di violenza e abusi commessi dai chierici sui minori.
Non solo. Nell’altro documento ufficiale, Rescriptum Ex Adentia con cui si introducono alcune modifiche alle “Normae de gravioribus delictis”, si certifica, in relazione ai casi di pedopornografia, un’altra importante modifica. Verranno considerati “delicta graviora” – i reati più gravi – “l’acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche di minori di diciotto anni da parte di un chierico, in qualunque modo e con qualunque strumento” . In passato l’età considerata era inferiore ai 14 anni.
Gli effetti
Tutti i documenti, le denunce, le prove e le testimonianze relativi ai casi custodite negli archivi vaticani saranno oggi a disposizione degli inquirenti e delle autorità che ne faranno richiesta per le loro indagini. “Il segreto d’ufficio non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo alle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all’esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili” recita la normativa. Ovviamente in questa definizione non rientra il segreto confessionale, che rimane preservato. E’ inoltre esplicitamente garantita dalla normativa la tutela delle persone coinvolte e la riservatezza e l’integrità delle informazioni. Non è quindi consentita la divulgazione delle informazioni.
Una voce per le vittime
“A chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa» si legge nel punto cinque dell’Istruzione sulla riservatezza delle cause.
I primi passi a Febbraio
Il grosso passo in avanti è avvenuto in seguito al summit convocato dal papa in vaticano nel Febbraio scorso. Le testimonianze delle vittime e le polemiche per la mancanza di rigidi provvedimenti prima di oggi hanno portato ad una riflessione più approfondita e alla necessità di agire prontamente in loro difesa. Il primo passo in questa direzione è stato il Motu Proprio Vos estis lux mundi firmato da Papa Francesco il 7 maggio scorso. Oggi la svolta definitiva e un grande passo avanti verso una maggiore attenzione e trasparenza.
Beatrice Canzedda