La cremazione è da oggi una delle strade percorribili per raggiungere il Signore al termine della propria vita terrena. Dopo un intenso dibattito, infatti, la Chiesa ha finalmente dato il via libera a questa pratica a lungo osteggiata, perché da sempre associata ad una ideologia anti-religiosa e financo massonica. La Congregazione per la Dottrina delle Fede ha però specificato in una apposita Istruzione – Ad resurgendum cum Christo – approvata dallo stesso Pontefice, che l’incenerimento, richiesto ad esempio per motivi igienici, sociali o economici, potrà essere consentito solo ad esequie avvenute.
La recente apertura alla cremazione, che non intaccherebbe l’immortalità dell’anima, ma solamente il corpo, ossia la parte più corruttibile dell’uomo, ha consentito alla Santa Sede di porre alcuni paletti perché di questa se ne faccia un utilizzo appropriato e coerente con i precetti cristiani. Anzitutto, tale prassi dovrà necessariamente esser espressione della volontà del defunto. Qualora fosse stata scelta per motivi contrari alla dottrina cattolica, il funerale si svolgerebbe comunque secondo i dettami classici della sepoltura, che rimane poi di fatto il rito per antonomasia, in quanto considerato negli ambienti ecclesiastici meno brutale, più rispettoso del caro estinto e dall’alto contenuto simbolico.
La Chiesa ha inoltre manifestato un severo giudizio verso un utilizzo troppo “disinibito” delle ceneri. Al bando la dispersione in acqua, in cielo o in altri ambienti non considerati sacri, perché ci si richiamerebbe a filosofie panteistiche, nichiliste o addirittura new-age che mal si conciliano con la fede cristiana. La conservazione di quel che rimane del defunto dovrà avvenire poi esclusivamente in apposite urne funerarie riposte non nelle abitazioni private come spesso avviene, bensì nei cimiteri, luoghi chiamati a ricordare i limiti e la precarietà degli uomini. Rigorosamente proibita anche la recente pratica di trasformare le ceneri in gioielli, secondo una moda in rapida espansione in molte parti dell’Europa.
Alessandro Orofino