Gli scherzi e le bravate dei ragazzi a volte possono finire male, ed avere conseguenze molto negative. Questo è il caso di un giovane diciottenne di Digione che ha chiamato la sua rete Internet Wi-Fi «Daesh21», ispirandosi all’acronimo indicante il Califfato islamico fondato da Al Baghdadi. Durante la scorsa estate, precisamente a luglio, un vicino di casa del ragazzo scopre, scorrendo fra la sua lista di connessioni, la rete «Daesh21». Egli, preoccupato, ha subito contattato le forze dell’ordine, spiegando la situazione in cui si trovava. La polizia, dopo essere risalita all’identità del ragazzo, lo ha subito messo sotto inchiesta.
Come spiega il quotidiano britannico «The Guardian», il ragazzo è stato condannato dal tribunale a tre mesi di carcere, con il beneficio di sospensione della pena, dopo che il giovane ha rifiutato l’offerta di svolgere 100 ore di lavori socialmente utili.
L’avvocato del giovane, Karima Manhouli, ha dichiarato: «Si è trattato solo di una scemenza fatta senza alcun motivo plausibile da un ragazzino di appena diciotto anni, non ha nessun legame né con il terrorismo né con l’ideologia che propugnano i jihadisti. Anzi, l’inchiesta ha dimostrato come il mio assistito sia lontanissimo da ogni vicinanza al terrorismo e come, anzi, abbia sempre lottato contro l’islamismo.» Infatti, nel corso della perquisizione nell’abitazione del giovane indagato, non è stato trovato alcunché di sospetto, niente che possa quindi far pensare alle forze dell’ordine che il giovane aderisca ideologicamente all’estremismo islamico dell’Isis.
La legge anti-terrorismo, infatti, è molto severa in Francia. Approvata nel 2014, essa cerca di contrastare i cittadini europei di religione islamica che, ritornati nel loro paese dopo avere combattuto in Africa e Medio Oriente, potrebbero portare in Europa la guerra di religione. Questa legge prevede molte pene severe: tra le altre essa prevede il ritiro del permesso di soggiorno, il ritiro dei documenti di identità e la revoca della cittadinanza.