Chi vola poeticamente come farfalle sopra i fili spinati e chi raglia

“Siate farfalle che volano sopra i fili spinati”.

Liliana Segre ha chiuso così il suo discorso al Parlamento Europeo. Da brividi. Quelli che dà solo la poesia. Sì, la poesia. Mentre là fuori si raglia.

A Massa un consigliere leghista parla di “Pertini brigatista”. Giuro: “Pertini brigatista”. Pertini che non era terrorista, ma poteva terrorizzare: somari del genere.

La Nipote, che non è un nomignolo, ma la completa descrizione dei suoi titoli e meriti, intanto se la prende proprio con Liliana Segre. La chiama “nonnina”; l’accusa di fomentare l’antifascismo, o qualcosa del genere. Da ridere, se il 15% degli italiani non fosse ormai negazionista. Piccoli neo-fascisti crescono. Senza il coraggio di affrontare il proprio passato.

Per fortuna, nel parmense i sovranisti hanno difeso la democrazia. Col solito sprezzo del ridicolo. Si votava in una scuola elementare. Su un muro c’era un lavoro dei bimbi: dei pesciolini colorati in un mare azzurro. Prontamente ricoperti perché avrebbero costituito “propaganda elettorale indiretta o subliminale in quanto chiaro riferimento al movimento delle cosiddette sardine”. Questo secondo leghisti e meloniani. Quelli che hanno cercato di sfruttare anche la morte di Kobe. Disgustosi. E anche ossessionati. Dalle sardine e non solo.

Una parola va spesa per Elly Schlein. Che dire? Mi piace ‘n sacco. Intendiamoci, so poco di lei. Se ci parlassi di economia, forse finirei per litigarci. Come faccio, però, solo con chi rispetto. Di certo ha l’atteggiamento giusto. Testa alta e sguardo dritto per dire chiaro e tondo quel che pensa. Prima di tutto , che su certi temi non si può essere “moderati”. Cosa significa? Che lasciamo affogare solo una cifra “congrua” di migranti? Che concediamo la cittadinanza per ius culturae, ma non troppo? Cavolate. Piuttosto ci sarebbe da ricordare alla Nipote e al consigliere di Massa che, se possono dire quel che vogliono, è solo perché Pertini e i suoi hanno vinto. Fosse stato per il Nonno, avremmo ancora i tribunali speciali. Uno dei quali, a ogni modo, resta aperto. Quello della nostra coscienza.

Ognuno può esprimere la sua opinione, ma alcune di queste opinioni devono essere condannate, subito e con forza. O, di nuovo, con poesia. Come ha fatto un prete, don Ruggero Marini, parroco di La Loggia, provincia di Torino. Sul portone della chiesa di San Giacomo ha affisso un cartello. Poche parole per rimettere le cose a posto. Anche in certe teste ormai piene di spazzatura. JUDEN HIER. Qui abita un ebreo: Gesù. Da spellarsi le mani per gli applausi.

 

Daniel Di Schuler


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