Il nome Louise Michel è appena entrato nell’immaginario politico-culturale del momento perché così si chiama la nave finanziata dallo street artist Banksy per soccorrere i migranti nel Mediterraneo.
Il nome di per sé può non dirci nulla, ma a suo tempo Louise Michel è stata una personalità estremamente forte e significativa, appassionata rivoluzionaria e femminista ante litteram.
La scelta di Banksy è molto più che un semplice omaggio, ma assume la forma di un messaggio politico rivoluzionario.
Chi è Louise Michel?
Louise Michel nasce nel 1830 a Vraucourt (nord-est della Francia), figlia illegittima di un castellano e una serva, Marianne Michel, a cui sarà per sempre legatissima.
I nonni paterni sono nobili, ma illuministi e liberali. In quanto persone aperte, colte e vivaci decidono di crescere e istruire la bambina con affetto, al di là dell’impossibilità della relazione dei genitori.
«Ascoltavo sia la mia zia cattolica, che i miei nonni, che erano seguaci di Voltaire. Confusa da strani sogni, ero come l’ago di una bussola che, sconvolto da una tempesta, cerca il nord. Il mio nord era la rivoluzione»
Louise Michel trascorre un’infanzia felice e libera, e si rivela subito ben dotata intellettualmente.
Louise, per la libertà
La vita di Louise fu innanzitutto votata alla libertà.
Una volta disse a un pretendente che se voleva sposarla doveva uccidere l’imperatore: «Rischiate la vostra vita, perché io rischio la mia libertà»
Si diplomò per diventare insegnante, ma si rifiutò di prestare giuramento all’Impero (che lei disprezzava profondamente) e creò una scuola libera ispirata ai principi della pedagogia libertaria. La scuola durò solo tre anni e le causò diversi provvedimenti disciplinari da parte delle autorità.
A Parigi, insegnamento e rivoluzione
Louise decide di fuggire dall’ottusità bigotta della provincia e si trasferisce a Parigi, dove trova un clima culturale agitato dalle idee di Karl Marx, molto più affine al suo temperamento rivoluzionario.
È l’inizio di un periodo di intensa attività sociale e politica.
A Parigi entra in contatto con gruppi femministi, tra cui la Lega delle donne, che rivendica la stessa educazione per uomini e donne e lo stesso salario. Lotterà e manifesterà non solo per le donne, ma anche per gli operai, i profughi e i bambini affamati.
Il suo centro di interesse rimarrà sempre l’educazione. Le sue idee erano molto avanti con i tempi: sosteneva un insegnamento vivo ed uguale per tutti, cercando di promuovere le scuole professionali e gli orfanotrofi laici.
La comune di Parigi, la battaglia e il processo
Louise Michel fa allora parte dell’ala rivoluzionaria più radicale che pensa a sovvertire il governo. Appena viene proclamata la Comune di Parigi, nel 1871, Louise è la prima a partecipare attivamente alla resistenza armata e si immola in uno scontro a fuoco in piazza dell’Hôtel-de-Ville.
La Comune viene sconfitta dal governo e Louise si consegna al nemico per far liberare sua madre arrestata al suo posto e viene portata in prigione, in attesa della condanna.
Al processo Louise dimostra una caparbietà ideologica più unica che rara.
Ammette fieramente di credere nel progetto della Comune e nel volere l’abolizione della istituzione clericale.
« Sono accusata di essere complice della Comune! Certo che lo sono perché la Comune voleva prima di tutto la rivoluzione sociale che è ciò che desidero ansiosamente; è un onore per me essere una delle autrici della Comune, che peraltro non ha niente a che fare con omicidi e incendi dolosi. Volete sapere chi sono i veri colpevoli? La polizia ».
Pronta a morire per le sue idee, Victor Hugo le dedica la poesia Viro Major. Trascorre venti mesi in carcere, ma invece della morte la sua condanna è la deportazione in Nuova Caledonia, dove rimarrà per dieci anni.
Il ritorno in Francia e l’anarchia
Nel 1880 ottiene l’amnistia e ritorna in Francia, dove diventa un’instancabile propagatrice del pensiero anarchico.
L’attività frenetica di Louise Michel non rimane di certo inosservata, tanto che un uomo attenta alla sua vita (senza riuscirci). Vengono imbastite continuamente accuse false contro di lei per rigettarla in galera, ma tutto questo non la fermerà mai.
Sarà solo la morte ad arrestarla, sopraggiunta per una polmonite il 29 maggio del 1905 a Marsiglia.
Chi ricorda oggi Louise Michel?
Per parecchio tempo dopo la sua scomparsa, Louise fu famosissima e acclamata per la sua indomabile forza d’animo. Paul Verlaine scrisse per lei Ballade en l’honneur de Louise Michel e un’immensa folla commossa seguì il suo funerale.
In Italia non la conosce quasi nessuno e in Francia viene ricordata solo da qualche nostalgico gruppo anarchico. Finalmente, grazie a Banksy, la sua memoria è ritornata in auge nella maniera che merita e che lei avrebbe voluto.
Portare il nome di Louise Michel significa battere la bandiera della rivoluzione. Senza mezzi termini.