La notizia che ha tenuto maggiormente banco negli ultimi giorni è sicuramente quella del ritorno in Italia del terrorista Cesare Battisti, latitante da oltre trent’anni e che ora passerà il resto della vita nelle carceri italiane. Ma chi è realmente quest’uomo? Per cosa è stato condannato?
Cesare Battisti è nato il 18 dicembre del 1954 a Cisterna di Latina, da una famiglia contadina. Fu arrestato per la prima volta a 18 anni, nel 1972, a causa di una rapina commessa a Frascati. Cinque anni dopo, in seguito a un’aggressione nei confronti di un superiore mentre prestava servizio militare a Udine, viene rinchiuso nel carcere del capoluogo friulano insieme ad Arrigo Cavallina, ideatore del gruppo armato “Proletari armati per il comunismo” al quale si unirà poi Battisti e nel nome del quale commetterà poi i crimini per i quali si trova ora nelle patrie galere.
Trasferitosi a Milano, inizia le sua gesta terroristiche in nome di estremi ideali comunisti che lo portano a definire le rapine “espropri proletari”. In questi anni Battisti commette anche diversi omicidi, tra i quali quelli del gioielliere Pierluigi Torreggiani, di cui fu direttamente mandante ed ideatore, e di diversi componenti delle forze dell’ordine. Anni dopo, in latitanza, dichiarerà di non aver mai sparato a nessuno .
Questi crimini, uniti a quelli di banda armata ed associazioni sovversiva, saranno i capi di imputazioni per i quali Battisti verrà poi condannato a due ergastoli. A seguito della prima condanna del 1981, che non prendeva in considerazione ancora gli assassini e che prevedeva “soli” 12 anni di reclusione evade dal carcere di Frosinone e fugge prima in Francia, dove conosce la futura moglie e poi in Messico.
In seguito Battisti torna a Parigi dove viene protetto dalla cosiddetta “dottrina Mitterrand” che dava asilo e protezione a latitanti di Paesi con idee difformi a quelle del governo francese. In questo periodo inizia la sua attività di scrittore noir, suo principale mezzo di sostentamento durante gli anni lontani dall’Italia. Durante questi anni viene provata in contumacia la sua colpevolezza di molti dei crimini commessi dal “Pac” e viene condannato a due ergastoli. Fondamentale per tale risultato fu la testimonianza del pentito Pietro Mutti, che però ebbe non pochi ripensamenti durante le varie fasi del processo, oltre ad affermare diversi fatti incongruenti tra loro. Un esempio fu il caso dell’assassinio di Lino Sabbadin, che inizialmente secondo Mutti fu commesso di persona da Battisti, tesi ritrattata dopo la confessione di un altro pentito, Diego Giacomin, che accusò invece lo stesso Mutti dell’atto.
Nel 2004 Battisti perde la protezione francese, viene concessa l’estradizione e torna quindi latitante ed è costretto a fuggire.Si rifugia quindi in Brasile dove ottiene lo status di rifugiato politico, causa scatenante delle tensioni tra il governo nostrano e quello brasiliano. Questo status viene poi revocato dal tribunale supremo federale brasiliano nel 2009; decisione resa nulla dalla volontà del presidente Lula. L’avventura verde-oro di Battisti termina definitivamente nel 2017, quando il presidente reggente del Brasile Tamer, seguendo i dettami del futuro presidente Jair Bolsonaro che del ritorno di Battisti in Italia aveva fatto un tema importante durante la campagna elettorale, firma l’estradizione e costringe il latinese alla fuga in Bolivia, dove è stato catturato, come noto a tutti, pochi giorni fa.
Tutt’oggi Cesare Battisti si dichiara innocente riguardo agli omicidi, sostenendosi fiero di tutti gli altri atti compiuti in nome degli ideali comunisti che lo animavano. Ora lo attende l’ergastolo che sconterà nel carcere di Oristano.
Matteo Furina