Chernobyl la nuova e inquietante miniserie che ha riscosso consensi dovunque, arriva in Italia pronta per il suo debutto e per svelare tutto ciò che riguarda un racconto che con la sua potenza visiva non può lasciare indifferente nessuno
La miniserie prodotta da Sky e da HBO farà il suo debutto su Sky Atlantic e Now tv con precedenti già importanti; i giudizi che accompagnano il pedigree di presentazione di Chernobyl la classificano infatti tra le serie migliori di sempre nei vari siti di settori sottoposti agli algoritmi dei feedback utenti.
Come si evince sin dal titolo, Chernobyl racconta i fatti del disastro accaduto in Ucraina nel 1986 e soprattutto le conseguenze che ne derivano nei giorni, mesi e poi anni successivi al disastro sia per ciò che concerne l’assetto politico dell’Unione Sovietica di Gorbaciov sia per quello psicologico. Gli episodi sono già andati in onda negli Stati Uniti, scritti da Craig Mazin (divenuto celebre per aver scritto la saga Una notte da leoni) e diretti da Johan Renck (già regista del famoso video Hung Up di Madonna, fanno notare i divertiti in rete) hanno creato un piccolo fenomeno, come già sottolineato per apprezzamenti universali e giudizi online da record.
La serie si concentra su questi fatti e in particolare sul fisico nucleare Valery Legasov, chiamato in causa dal governo sovietico per cercare di gestire le conseguenze della crisi e salvare il paese da ripercussioni. Trovandosi spesso a lottare con la visione di uno stato sovietico orgoglioso e fiero controllato dagli organi interni del Kgb.
Chernobyl deve molta di questa sua potenza espressiva sopratutto alle psicologie di quei personaggi interpretati da un grande cast: Legasov è Jared Harris, già visto in serie come The Crown e The Terror che si dimostra ulteriormente un attore dalle grandissime capacità. Notevoli anche le interpretazioni di Stellan Skarsgård nei panni di Boris Shcherbina, che diviene l’incarnazione del regime sovietico che monitora e in qualche modo ostacola le mosse di Legasov, e di Emily Watson, che dà invece il volto alla scienziata Ulana Khomyuk, intenta a portare soluzioni concrete in opposizione all’ottusità della burocrazia di stato.
Il successo della serie si ascrive anche al grande dettaglio dal punto di vista di design tra luci, oggetti, abiti oltre che della location, infatti le riprese si sono svolte principalmente in Lituania. Il distretto residenziale Fabijoniškės della capitale Vilnius è stato utilizzato per ritrarre la cittadina ucraina di Pripjat, data la sua atmosfera ancora convintamente sovietica, mentre a fornire le scene per la centrale è stato l’impianto ora dismesso di Ignalina, spesso ricordato per la sua somiglianza con quello di Chernobyl, location usata anche per la registrazione della colonna sonora.
Ciò che ha reso grande la miniserie è la minuzia nei dettagli da parte degli sceneggiatori per l’ispirazione veritiera dei fatti. Molti dei personaggi e delle situazioni, infatti, sono ispirati al libro del 1997 Preghiera per Chernobyl in cui la scrittrice Svetlana Aleksievič, poi premio Nobel per la letteratura nel 2015, aveva raccolto le testimonianze dirette di chi ha vissuto il disastro in prima persona.
Non sapevo come mai fosse successo e pensavo a questo inesplicabile vuoto nella mia conoscenza
ha detto il creatore Mazin a proposito di come gli è venuta l’idea per la serie:
Ho iniziato a leggere a riguardo e ciò che ho scoperto è che, oltre al fascino della storia dell’esplosione, ciò che mi colpiva veramente erano le storie incredibili degli esseri umani che l’hanno vissuta, che hanno sofferto e si sono sacrificati per salvare le persone care, i connazionali, l’intero continente
Siamo sicuri del grande successo di una serie che raccoglierà consensi anche in Italia, di una tragedia tanto vicina nonostante siano ormai trascorsi oltre trent’anni da una ferita ancora aperta.