Chernobyl diventa meta turistica degli Influencer, con un’affluenza aumentata del 35%, dovuta al successo della serie TV omonima.
Con una produzione targata SKY e HBO, la Serie TV Chernobyl sta ottenendo numerosi apprezzamenti, tutti più che meritati. Spesso, tuttavia, capita che avvenimenti significativi e rilevanti si trasformino ben presto in mode e tendenze di cattivo gusto.
Infatti i luoghi vicini alla centrale nucleare di Chernobyl, in particolare il piccolo paese di Pryp’jat, sono stati invasi da Influencer, attratti da atmosfere disturbanti e dalla possibilità di poter visitare la città fantasma più famosa al mondo (nonostante un recente studio riporti livelli di radioattività ancora elevati).
Craig Mazin, ideatore della serie, si è espresso in risposta all’aumento del turismo chiedendo rispetto e decoro:
Se andate a visitarla, per favore ricordate che una terribile tragedia è avvenuta lì.
Comportatevi con rispetto per tutti coloro che hanno sofferto e si sono sacrificati.
– Turismo dell’orrore: uno sguardo sbagliato
Numerose foto invadono il web mostrando ragazzini in pose ammiccanti, sorridenti, incuranti del posto in cui sono e inconsapevoli della drammatica storia che quel disastro racconta. Eventi come questo sono purtroppo riconducibili ad un fenomeno noto come “Turismo dell’orrore”.
Sono molti i casi nel mondo in cui viaggiatori si spostano in cerca di luoghi colpiti da disastri, purtroppo per saziare una curiosità malsana (a questo proposito consiglio la serie Netflix Dark Tourist). Un esempio è la prigione di Karosta in Lettonia, utilizzata durante il XX° secolo dalle truppe naziste e sovietiche per le esecuzioni: attualmente la prigione funge da museo ma, per chi lo desidera, si può trascorrere la notte al suo interno.
Questa moda indecorosa è senz’altro figlia di un atteggiamento egoistico, in cui prevale l’affermazione di sé sul mondo e sulla realtà, perdendo di vista tutto ciò che risiede al di fuori dell’io, ovvero la Storia e la memoria.
– Come ripartire
Le foto dei ragazzi a Chernobyl suscitano sentimenti differenti: ci si trova di fronte chi non ha capito la differenza tra una moda, passeggera e volatile, come una storia Instagram, una tendenza o una foto virale, e la Storia, fatta di persone, di vita vissuta e sofferta, di luoghi deserti ma capaci ancora di parlare. Bisognerà forse imparare a dirigersi in questi luoghi non per fare foto virali, ma per fare memoria.
È la memoria l’unico discriminante tra una Storia che vive ed una moda che svanisce.
Jacopo Senni