Che fine hanno fatto i delfini? L’istituto Tethys ci invita a cercarli

fonte immagine: http://www.ivg.it/2014/05/salvaguardia-dei-mammiferi-marini-il-comune-di-finale-entra-nel-santuario-pelagos/

Da sempre i delfini suscitano ammirazione per la loro eleganza e la loro intelligenza. Proprio questi straordinari animali sono al centro del nuovo progetto dell’Istituto Tethys in collaborazione con il FAI ed Intesa San Paolo, denominato “Alla Ricerca del delfino perduto”. 



Il santuario “Pelagos” e il grampo perduto

Il Santuario per cetacei Pelagos è una vastissima area marina protetta che si estende per 87.500 chilometri quadrati: dal Mar Ligure alla Toscana, fino ad inglobare la Corsica, passando per la Costa Azzurra. Questa vasta area marina protetta è nata nel 1999, a seguito di un accordo internazionale tra Italia, Francia e Principato di Monaco. Lo scopo è quello di preservare i cetacei del Mediterraneo, tutelando anche il mare aperto. Si tratta della più grande area marina protetta del Mediterraneo che comprende numerosi habitat differenti e ospita 8 specie di cetacei. Inoltre Pelagos è un esempio di convivenza tra attività umane e fauna marina in quanto la circolazione di imbarcazioni non è limitata. Tuttavia, si registrano alcuni casi di collisioni con i cetacei.

Su questa vasta area vigila l’Istituto Thethys, fondato nel 1986 allo scopo conservare i grandi vertebrati marini e l’ambiente del Mediterraneo. Si tratta di un’associazione no-profit che si occupa di ricerca scientifica e promuove la consapevolezza sui temi ambientali. A preoccupare maggiormente gli esperti è la scomparsa del grampo dall’area del Santuario. Questo particolare tipo di delfino, infatti, non viene avvistato da circa 3 anni.

Il grampo. Fonte immagine: http://www.latitudscuba.com/cetaceos-en-venezuela/4256757753_bc9dab32dc/

L’istituto Thethys aveva già lanciato l’allarme, ora passa all’azione con il progetto “Alla Ricerca del delfino perduto”,  una vera e propria campagna di avvistamenti che coinvolgerà anche cittadini comuni

 

 

 

 

 

Un esempio di citizen science

Sul funzionamento del progetto, la coordinatrice scientifica Sabrina Airoldi spiega: ” A partire da maggio, affiggeremo dei manifesti in tutti i porti della Liguria e della costa tirrenica perché i diportisti possano riconoscere il grampo e segnalarci la sua presenza, ovviamente daremo anche informazioni sul come comportarsi, in pieno rispetto del codice Accobams, per non arrecare alcun disturbo agli animali”. 

Insomma, una campagna avvistamenti che si avvarrà del contributo di tutti i volenterosi amanti del mare e dei delfini. Le segnalazioni confluiranno nel database dell’istituto Tethys, e rileveranno dati scientificamente validi.  Il materiale informativo sarà distribuito in 500 porti e raggiungerà, secondo le stime, 200.000 persone.

Si tratta di un esempio di citizen science che apre le porte della ricerca scientifica ai non professionisti, incoraggiandoli a fornire il loro contributo che sarà parte integrante del risultato finale.

Concludendo, non resta che augurare buona fortuna a tutti coloro che scrutano il mare alla ricerca di un grampo!

Gessica Liberti

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