Sono felice di apprendere che il nostro “quasi primo ministro” Salvini ha magnanimamente deciso di promuovere in serie A (o Perdonare? Riscattare? Fate voi) i siciliani, e per dimostrarlo inizia oggi 25 aprile un tour di due giorni che lo porterà a Corleone, Monreale, Bagheria, Caltanissetta, Motta Sant’Anastasia, Gela, Mazara del Vallo.
Fa bene al cuore sapere che finalmente per i leghisti, che ci chiamavano mafiosi e beduini, e invocavano eruzioni dell’Etna per spazzarci via, siamo diventati semplicemente “cittadini italiani”; del resto sembra che lo siano diventati anche loro, contraddicendo quel “Padania is not Italy” scritto sulla maglietta che Salvini & Co. usavano esibire.
Ma come fa il quasi primo ministro a essere sicuro che i siciliani lo accoglieranno entusiasticamente? Su cosa conta?
Io, utilizzando il diagramma di Ishikawa (rimando i più curiosi alla voce su wikipedia) ho fatto alcune ipotesi. Non faccio il tifo per nessuna, vi invito a scegliere quella o quelle secondo voi più probabili; e se ne avete una vostra, aggiungetela.
Secondo Salvini:
– I siciliani hanno una memoria cortissima e non si ricordano nemmeno cosa hanno mangiato il giorno prima;
– I siciliani hanno un senso dell’ospitalità così sviluppato che li fa passare sopra qualsiasi offesa;
– I siciliani sono così abituati ad essere maltrattati da dominatori di ogni genere e provenienza che hanno fatto il callo a tutto;
– I siciliani sono una massa di imbecilli;
– Pur di rastrellare qualche voto per le Europee, val la pena di andare a omaggiare persino i “maledetti siculi” nonostante per la Lega non abbiano mai smesso di essere terroni, mafiosi e beduini.
Ovviamente c’è anche la possibilità che i leghisti siano stati folgorati da un’apparizione che gli ha spiegato che, anche se la Sicilia è più povera e problematica delle regioni da cui calano loro, sono ricchi d’altro, come i fatti di Lampedusa – e non solo – testimoniano.
Intanto io sto cercando di capire se Salvini lascerà la Sicilia il 26 o il 27 aprile, per proporre la data come festa della Seconda Liberazione.