Charlotte Brontë: dopo 189 anni ritrovato un mini manoscritto

Charlotte Brontë, scrittrice inglese dell’Ottocento, è conosciuta in tutto il mondo per il suo romanzo autobiografico Jane Eyre.

L’autrice, come è noto, ha avuto un’infanzia molto difficile tra la morte prematura della madre e delle sorelle e l’iscrizione all’istituto Clergy Daughter’s School di Cowan Bridge, noto per le sue inadeguate condizioni igieniche.

Lo stile e le tematiche della scrittrice sono apprezzati da critici e lettori, tanto che intorno a lei ci sono gruppi di ricerca che quotidianamente studiano i suoi testi.

Recentemente, infatti, è stato ritrovato un manoscritto dopo ben 189 anni e, durante un’asta tenutasi a Parigi, è stato acquistato dalla Brontë Society per 200.000 mila sterline. Una volta sistemato e studiato approfonditamente verrà esposto al Brontë Museum di Haworth, un villaggio dello Yorkshire nell’Inghilterra nord-orientale. Il museo è in realtà l’ex abitazione della famiglia della celebre scrittrice, luogo in cui è possibile ammirare altri mini-libri recuperati dopo anni e anni.

Dalle ricerche è emerso che la Brontë lo scrisse nel 1830 insieme ad altre sei opere, quindi nel pieno della sua adolescenza. Un ritrovamento davvero rilevante considerando la giovane età della scrittrice e la qualità del testo.

Le dimensioni sono estremamente piccole, 35×61 millimetri, probabilmente ciò dipende dal fatto che il libro non fosse destinato ad una lettura per un pubblico adulto, ma per i soldatini del fratello.

Il ritrovamento è avvenuto grazie a una campagna pubblica finanziata dagli amatori del lascito letterario della scrittrice inglese, ma anche grazie al sostegno economico del National Heritage Memorial Fund ed altre associazioni benefiche. Anche il mondo dello spettacolo si è mobilitato attraverso delle donazioni, in particolare hanno partecipato l’attrice e regista britannica Judi Dench e la scrittrice Jacqueline Wilson.

Il libricino contiene tre storie brevi, tutte scritte a mano. Una in particolare suscita grande interesse dal momento che la trama ed i personaggi sono un’anticipazione di quanto si trova scritto in Jane Eyre – che ad oggi è considerato il capolavoro della Brontë, anche grazie alla vicinanza tra la personalità della scrittrice e quella dell’eroina del testo, indipendente e risoluta. Il suo carattere forte spicca rispetto al ruolo della donna del tempo perché in grado di contrapporsi alle altre figure maschili, ribellandosi agli stereotipi e ai limiti del proprio tempo.

Juliet Barker, rinomata studiosa di Charlotte Brontë, ha dichiarato che è

“uno straordinario ritrovamento, una sorprendente novità che permette di conoscere e capire meglio l’iniziale processo creativo della giovane Brontë”.

E, di certo, non si può che essere d’accordo con lei dal momento che leggere un manufatto del genere permette di conoscere meglio la figura della scrittrice e soprattutto il suo genio.

Non è da tutti scrivere un libricino a soli quattordici anni, destinato a un pubblico totalmente inventato, seppur anche dei semplici soldatini!

 

Laura D’Arpa

 

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