Charles Pétillon inizia a fotografare da bambino, quando a 11 anni gli viene regalata la sua prima macchinetta fotografica. Questa è una di quelle storie in cui un regalo, un piccolo spunto dato a una giovane mente, finisce per determinarne la vita intera.
Dopo aver intrapreso una carriera come assicuratore, Charles Pétillon comprende presto che è necessario per lui dedicarsi pienamente alla sua grande passione: la fotografia. Da autodidatta, apprende le tecniche e i valori del mestiere e inizia una gavetta che lo porterà a collaborare come fotografo per diversi committenti. È lui la firma dietro campagne pubblicitarie di importanti marche francesi come Longchamp e Christian Dior. La sua estetica è fin dagli esordi nel mondo della fotografia molto riconoscibile, caratterizzata da essenzialità, scelte eleganti e cura del dettaglio.
Nulla accade mai per caso. L’esperienza come fotografo pubblicitario è una scuola che da un lato lo forma, dall’altro gli fa comprendere nuovamente come la strada che deve percorrere professionalmente sia un’altra ancora.
Charles Pétillon approda alla fotografia d’autore. Dal 2011 inizia a creare le installazioni grazie alle quali diverrà noto presso il grande pubblico. Una moltitudine di palloncini bianchi diventa il soggetto di un ciclo di fotografie che sono, in realtà, delle vere e proprie installazioni artistiche.
Dozzine, centinaia, a volte anche migliaia di palloncini vengono assemblati, uniti insieme a formare una catena illuminata sapientemente dall’artista. Lo scatto finale è solo l’ultimo tassello che corona un lavoro meticoloso dalla progettazione capillare, che prevede grande sensibilità scenografica e un gusto cinematografico. Spiagge, boschi, spazi urbani, diventano i teatri nei quali il candore dei palloncini si libra in volo, come a simulare nuvole leggere.
In “Invasions”, l’orda di sfere bianche emerge dalla piscina progettata dall’architetto Bernard Shoeller; “Souvenirs de famille” stupisce con la stessa forza mostrando i palloncini debordanti dalle finestre e dalla porta di una abitazione. “Mutations” incanta perché alla magia della foresta, per definizione luogo del sogno e della fiaba, si somma il fascino suggestivo dei globi lattiginosi inseriti nel contesto da Pétillon.
“Heartbeat”, al Covent Garden di Londra, fu una vera e propria esperienza immersiva, tesa a coinvolgere pienamente il visitatore. Sotto un cielo di più di sei metri di palloncini, illuminati a ritmo delle pulsazioni di un battito cardiaco, è stata restituita agli ospiti la memoria di un tempo perduto. Lo spazio urbano, freneticamente vissuto nel quotidiano dai londinesi, acquisiva una “voce” e veniva osservato, forse per la prima volta, nella sua splendida architettura.
“È il nostro sguardo che cerco di rinnovare, di illuminare, – ha dichiarato Pétillon – permettendoci così di passare da una percezione pratica a un’esperienza estetica, un’emozione visiva”.
Sulla pagina dell’artista è possibile lasciarsi coinvolgere nell’incanto degli stessi making of dei set fotografici, e così apprezzare ancor di più il lavoro certosino dietro lo scatto perfetto.
Un’idea semplice quella di Charles Pétillon, un palloncino bianco, che diventa però la chiave d’accesso verso un altrove magnifico, quasi mistico.
C’è simbolicamente qualcosa da cogliere nella scelta di questo soggetto, emblema di leggerezza, fragilità e delicatezza. Nell’esperienza di ciascuno, i palloncini sono parte dei ricordi dell’infanzia, delle feste dei bambini, della gioia. Al contempo, tuttavia, la loro levità inconsistente ha anche significati più intensi e profondi, che si legano alla transitorietà del tempo e alla mutabilità di tutte le cose, compresa la stessa vita umana.
Gravità e sospensione si abbinano nel paradosso che solo l’arte sa realizzare. Nell’apparente staticità di uno scatto, si cela lo spunto per realizzare un viaggio di scoperta tutto interiore.
Martina Dalessandro