L’uomo ha bisogno di sfidare se stesso attraverso gli altri per ampliare il proprio orizzonte di traguardi. Le sfide fanno parte della nostra vita e quando decidiamo di affrontarle, diventano un punto di svolta ed un nuovo modo di mettere alla prova la nostra soggettività. Non sempre però, tutti gli stimoli di una sfida sono giusti e riconoscerli ci aiuterebbe.
Ad esempio, le challenge su Tik Tok sono le sfide del XXI secolo e celano una realtà molto controversa.
Le challenge come motore di stimoli sani
Challenge significa sfida; è un ennesimo anglicismo in una società che è sempre più propensa all’accettazione di prestiti linguistici, anche dove non ve ne sarebbe bisogno. Quello però è un altro discorso, che trae forza da una globalizzazione esasperante dove si superano dei confini sani pur di sottostare alla massa.
In senso lato, questo surplus di termini stranieri è la spia di una volontà di appartenenza, che sia linguistica o di gruppo.
Oggi parliamo di sfida nel suo significato più psicologico: ognuno di noi si ritrova nella vita davanti a scelte complesse. Allora il mettersi in gioco è un modo per arricchirsi.
Insomma, la sfida è una spinta che ti invoglia a cambiare prospettiva. Si cresce, si colgono nuove possibilità dall’ignoto che molte volte ci immobilizza.
Quando la sfida ci porta in spazi pericolosi
Grazie allo strumento dei social e ad una ferrata divulgazione di attività apparentemente simpatiche -come cantare, ballare, scherzare con gli amici- Tik Tok è diventato un pilastro per il passatempo giovanile, adempiendo ad un chiaro compito: riempire il tempo libero.
Dovremmo prestare attenzione però a come determinate catene di sfida in realtà schiavizzino il nostro tempo e ci rubino anche un senso di coscienza.
La challenge è una sfida lanciata sul web che, se condivisa in maniera esponenziale, diventa virale. È un meccanismo che così si diffonde.
Siamo tutti più o meno affascinati dalle challenge su Internet, anche divertiti, e per cui dovremmo stare ben attenti al modo in cui queste sfide influiscono su di noi.
Fin dove ne sono davvero divertito o addirittura arricchito? Ci sono dei limiti invisibili che, quando sono superati, nuocciono alla nostra psiche o salute fisica.
Challenge da brividi a cui prestare attenzione
Nelle ultime settimane, tra i giovani girano delle competizioni che non hanno proprio nulla di utile. I ragazzi si avvicinano anzi ad una sfera di pericolosità e insensatezza da lasciare i brividi e, purtroppo, anche la vita.
Vari giornali in America hanno informato della morte di una ragazza, quindicenne, che ha partecipato alla Benadryl Challenge.
Una sfida dove si ingoia una quantità sostanziosa del farmaco Benadryl, solitamente usato per attacchi allergici. Queste pillole possono causare allucinazioni se assunte senza criterio e, nel peggiore dei casi, intaccare il sistema cardiovascolare fino alla morte.
Altri partecipanti coinvolti sono stati ricoverati nello Stato del Texas.
Qui in Italia invece, alcuni ragazzini con i cellulari hanno ripreso dei coetanei mentre saltavano sulle automobili in corsa, forse per dare dimostrazione di resistenza.
Così Francesco Emilio Borrelli commenta l’accaduto:
«Una follia, questo video è una follia. […] Così si muore»
Fragilità ed incoscienza del XXI secolo
Perché degli adolescenti si sono spinti a tal punto? In loro si insinua uno spettro familiare a tutti: la fragilità.
Atti sconsiderati, che a prima vista ci sembrano semplicemente dettati da incoscienza, nascondono un malessere condiviso da una generazione complessa.
Non vedere il pericolo che può portare alla morte, o addirittura credere di poter scampare a delle conseguenze disastrose, è una peculiarità giovanile.
Prestiamo attenzione lì dove la morte si camuffa in moda e ci promette una fama fittizia, a discapito della nostra stessa salute.
Non lasciamo che la follia accechi. E se da una parte vi è fragilità, il mondo degli adulti non può solo puntare il dito. Nell’incomprensione, va trovata una strada di confronto. Vi è bisogno proprio di un ridimensionamento sull’importanza social tra i giovani. Tik Tok è un secchio che immagazzina qualunque cosa ed è un compito collettivo impedire che approfitti di chi non ha ancora degli anticorpi forti per riconoscere il marcio.
Maria Pia Sgariglia