Cessate il fuoco in tre fasi: una pace giusta solo per Israele

cessate il fuoco in tre fasi: la pace di Biden

Washington, DC – Venerdì scorso, durante un discorso alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha presentato una nuova proposta avanzata da Israele per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il piano è stato presentato come un cessate il fuoco in tre fasi ed è stato definito da Biden come “esauriente” e “un piano d’azione per un cessate il fuoco duraturo e la liberazione di tutti gli ostaggi”. L’invito del presidente è rivolto sia alla resistenza palestinese, sia ai leader israeliani, affinché accettino la proposta e pongano fine al conflitto. “È ora che questa guerra finisca”, ha dichiarato Biden, ma intanto continua a inviare armi. Nonostante ciò, Netanyahu si schiera contrario, affermando che l’obiettivo ultimo di Israele è quello di distruggere la Palestina e Hamas, con il solo interesse di annientare ogni forma di pericolo per lo Stato sionista.

Le tre fasi della proposta sul cessate il fuoco in tre fasi

La prima fase del piano per il cessate il fuoco in tre fasi prevede la ritirata delle truppe israeliane nelle prime sei settimane dalle aree più popolate della Striscia di Gaza. Inoltre, è stato richiesto, sempre nello stesso arco di tempo, un rilascio e scambio di prigionieri israeliani e palestinesi. Contestualmente, Hamas è stato chiamato a liberare alcuni degli ostaggi, israeliani e americani, rapiti durante e dopo gli attacchi del 7 ottobre. Durante questa fase, ci sarà uno scambio con prigionieri palestinesi detenuti da Israele e verrà garantito l’accesso di centinaia di camion di aiuti umanitari al giorno.

La seconda fase prevede la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita, compresi i soldati, e il ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza, instaurando così un cessate il fuoco permanente. In questa fase si aprirebbero anche nuovi canali diplomatici per la negoziazione della pace: l’intermediazione sarà gestita da USA, Qatar e Egitto.

Nella terza fase, si procederà alla restituzione degli ostaggi israeliani uccisi alle loro famiglie e all’avvio di un “enorme piano di ricostruzione” della Striscia di Gaza, con l’aiuto della comunità internazionale, chiamata in causa per ricostruire ospedali, scuole e abitazioni. Anche durante questa terza e ultima fase, continueranno le negoziazioni mediate da Stati Uniti e Qatar.

Nonostante la proposta del cessate il fuoco in tre fasi, è sempre importante sottolineare che il genocidio è ancora in atto e decine di persone sono morte nelle ultime ore della notte lungo la Striscia di Gaza. L’agenzia stampa palestinese WAFA ha rilasciato la notizia di altri attacchi nel sud della Striscia, come nel campo di Bureij. Altri attacchi sono stati registrati anche a est di Rafah, dove i carri armati si sono sparsi e schierati intorno ai campi profughi, animando scontri tra Idf e Hamas. Ci troviamo, ad oggi, al 239° giorno di genocidio israeliano contro la popolazione palestinese, con un bilancio di almeno 36.300 morti e 82.057 feriti

Le reazioni alla proposta del cessate il fuoco in tre fasi

Nel suo discorso per la presentazione del piano sul cessate il fuoco in tre fasi, Biden ha esortato Hamas ad accettare l’accordo, definendolo “un’opportunità per provare se” il gruppo “desidera davvero” un cessate il fuoco. Ha anche rivolto un appello agli israeliani e ai politici contrari alla proposta, sottolineando l’importanza di non lasciar scappare questo momento: i media mainstream hanno gonfiato questa proposta come un grande passo in avanti, nonché segno di grande mediazione del presidente statunitense.



Nonostante le belle parole e la tentata propaganda pacifista, quello che rimane alla fine è che Biden ha chiesto ad Hamas di cessare il suo fuoco e rilasciare gli ostaggi israeliani, mentre Israele porterebbe avanti la campagna di bombardamento indiscriminato nella Palestina occupata.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto alla proposta del cessate il fuoco in tre fasi confermando che ogni forma di negoziazione sarà portata avanti, ma che “la guerra non finirà fino a quando non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi di Israele”, tra cui la restituzione di tutti gli ostaggi e l’eliminazione delle risorse militari e governative di Hamas.

La situazione sul campo

Nel frattempo, la situazione a Gaza rimane critica. Netanyahu, paragonando l’offensiva a Gaza allo sbarco degli alleati in Normandia, ha dichiarato che Israele sta facendo tutto il possibile per evitare vittime civili, nonostante le numerose aree devastate dai bombardamenti. Gli scontri continuano in diverse zone della Striscia, con le truppe israeliane impegnate in combattimenti a Rafah e Jabaliya, dove hanno riferito di aver scoperto lanciarazzi, depositi di armi e una rete di tunnel.

Rispetto alla proposta del cessate il fuoco in tre fasi, Hamas ha risposto “positivamente” alla diplomazia americana, attraverso una dichiarazione sul canale Telegram. Nonostante questo tentato avvicinamento della resistenza armata palestinese alle politiche ipocrite e genocide dei grandi colossi occidentali, Netanyahu ha dichiarato che la proposta può essere declinata solamente secondo obiettivi e necessità dello Stato di Israele. Di tutta risposta, il portavoce di Hamas ha sostenuto che nessuna fase potrà iniziare senza che le forze di occupazione israeliane non arretreranno dal territorio occupato, con un rigoroso e rispettato cessate il fuoco permanente.

L’interlocuzione diplomatica, mediata continuamente dalle istituzioni americane, ha coinvolto anche il Jihad Islamico Palestinese (JIP) e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) che, nel rispondere alla proposta del cessate il fuoco in tre fasi, hanno sottolineato la complicità di Biden nonostante la sua apparente volontà di paciere e mediatore. La pace giusta – l’unica – è quella della fine dell’occupazione, del sistema di apartheid e landgrabbing e della ricostruzione, il ritorno e l’autodeterminazione del popolo palestinese. 

La reale proposta di Biden

La proposta di cessate il fuoco in tre fasi presentata da Biden rappresenta un tentativo significativo di porre fine a un conflitto che ha causato innumerevoli sofferenze. La sua accettazione e attuazione dipenderanno dalla volontà delle parti coinvolte di mettere da parte le armi e lavorare insieme per la pace e la ricostruzione. I prossimi giorni saranno cruciali per determinare se questa iniziativa potrà davvero portare a una svolta nella guerra di Israele contro la Palestina.

Insomma, sebbene presentato come efficace piano di pace, il disegno americano prevede la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas e la completa autonomia di Israele nel la lanciare bombe e portare avanti lo sterminio. Ricordiamo che nonostante gli avvisi e gli ordini della CIG, Israele non si è ami fermato, intensificando invece rappresaglie, stupri di massa, attacchi, uccisioni e torture dall’escalation del 7 ottobre.

Lucrezia Agliani

 

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