Che una svolta giudiziaria sul caso Cesare Battisti arrivasse a una soluzione definitiva, è opinione condivisa da gran parte di quel paese che, da una parte o dall’altra, ha vissuto sulla propria pelle l’incubo del terrorismo di stato.
Il fatto di attribuire la soluzione di una vicenda lunga più di quaranta anni alla svolta “a destra” del Brasile di Jair Bolsonaro, è un’altra faccenda tanto delicata, quanto sintomatica di un’emorragia globale dell’etica politica, a servizio di una nuova era all’insegna del proselitismo viscerale.
Fatto sta che ieri è arrivata la sentenza sul caso Battisti che L’Italia attendeva da anni.
Il giudice del Supremo tribunale federale Luis Fux ha, infatti, ordinato l’arresto di Cesare Battisti, l’ex brigatista condannato all’ergastolo in contumacia, per quattro omicidi, di cui due in concorso con altri militanti e due commessi materialmente dallo stesso, durante gli “anni di piombo”.
Dopo essere riuscito a evadere dal carcere nel 1981, Cesare Battisti si è avvalso dello status di rifugiato politico, ricevendo l’ospitalità della Francia prima e del Brasile negli ultimi anni.
Abbandonata la pistola, il Battisti si è dedicato alla letteratura, diventando scrittore di romanzi noir, senza mai pentirsi delle sue responsabilità.
A nulla sono valse le richieste di estradizione per opera dei vari governi italiani, prima alla Francia e poi al Brasile guidato nel 2010 da Luiz Inacio Lula da Silva.
Il “presidente del popolo” ora finito agli arresti per corruzione, ha sempre negato l’estradizione di Cesare Battisti.
La delusione dell’Italia per le decisioni dell’ex presidente socialista, ha seguito quel sottile filo conduttore sovranista che dall’Europa dell’est è arrivato in America, prima con l’avvento di Donald Trump e poi con la vittoria controversa e sofferta di Jair Bolsonaro.
Il “volto nuovo” dell’estrema destra nazionalista carioca, lanciò un messaggio diretto al governo italiano, proprio alla vigilia della sua vittoria: “Preparatevi a ricevere un bel regalo”.
Parole sarcastiche e senza i filtri del “politically correct” che hanno fatto sobillare il vicepremier Matteo Salvini, storicamente attratto dal linguaggio controcorrente all’etica istituzionale e che non ha perso tempo a gioire per il nuovo vento della chiusura.
L’arresto dell’ex brigatista è stato richiesto dalla procuratrice generale, Raquel Dodge. In un comunicato diffuso dalla stessa procura, si sottolinea la necessità dell’azione legale, al fine di evitare il rischio di fuga e assicurare l’eventuale estradizione.
Nella decisione della corte federale, il giudice Fux ha revocato la libertà provvisoria, sottolineando il fatto che è all’attuale presidente della Repubblica spetta il potere di cambiare l’atto di Lula e decidere la permanenza o l’estradizione di Cesare Battisti in Italia, per scontare la pena detentiva; senza possibilità di sconto, ma con tutto il tempo per chiedere un semplice “scusa” che non arriverà mai.
Fausto Bisantis