Un cervello ibrido fatto per metà da neuroni e per metà da chip era stato finora immaginato solo dalla fantascienza, ma è forse arrivato il momento di parlare di sola scienza.
diromeo.itGrazie all’ingegneria neuromorfica, il nostro cervello potrebbe presto essere riparato con parti artificiali o, addirittura, essere sostituito completamente da una mente computerizzata (composta da materiali compatibili con i tessuti naturali); si potranno progettare neuroprotesi capaci di supplire ai deficit della demenza, dell’ictus e delle lesioni cerebrali; si potranno migliorare le funzioni cognitive o restituirle a chi le ha perse, grazie a circuiti imitanti il comportamento elettrico dei neuroni.
Un esperimento condotto da, ha permesso di leggendo così nel pensiero o nei sogni.
Si possono considerare possibilità attualmente inimmaginabili: se arriviamo a padroneggiare il dato del cervello come un qualsiasi dato digitale, possiamo copiarlo, spostarlo, cancellarlo, comprimerlo, per ottenere “più memoria”, e magari anche modificarlo; si può pensare alla possibilità di installare nel cervello delle porte seriali simili alle firewire o usb dei computer, attraverso le quali caricare o scaricare dati di memoria; si può pensare di modellare in forma di circuito la molecola del DNA e costruire una chiave della vita.
Lo studioso Jack L. Galton, ha già trovato un modo per leggere nel pensiero e nei sogni. Ha osservato con la risonanza magnetica funzionale, cosa succede nel cervello di volontari a cui sono mostrati vari video, registrando i segnali elettrici generati dalla visione delle immagini. Dal momento che ad ogni immagine corrisponde un segnale elettrico, si è potuto effettuare un processo inverso di “traduzione” in immagini, dell’attività generale prodotta durante i sogni o altre visioni.
Ci chiediamo allora se, procedendo su questa via, non sarà possibile un giorno connettersi con altre menti fino a formare una supermente planetaria, creare innumerevoli copie di sé stessi, trasferire le menti su un computer e diventare immortali, esistere tramite corpi robotici, superando così i nostri limiti fisici e continuando a vivere anche fuori dal nostro corpo. Previsioni simili, comunque, partono dal presupposto che cervello e mente siano la medesima cosa e, nonostante le numerosi discussioni e riflessioni sull’argomento sin dai tempi più remoti, il rapporto mente-cervello resta un assoluto mistero. Solo una cosa è certa : se queste possibilità dovessero concretizzarsi, saremmo costretti a riconsiderare il concetto di essere umano.