“Il primo amore non si scorda mai“, non è solo un detto ma rispecchia la realtà, soprattutto quella di chi sa che il primo vero amore non è e non sarà quello che caratterizzerà i propri tempi futuri.
Perché il cuore è spietato, cieco, sordo ma con la memoria non lo batte nessuno. Ricorda tutto del primo amore: il colore degli occhi, il neo sul collo, il tono di voce, i lineamenti e le espressioni, il passo, la postura, il profumo e il modo in cui le orecchie diventavano rosse appena si avvertiva il minimo imbarazzo.
Il primo amore, oltre ad essere nome e corpo ed emozioni, è anche un’epoca. E che sia stato corrisposto o no, che sia durato tanto o poco, che sia finito bene o che sia finito male, il primo amore sarà sempre il primo. Gli altri, saranno quelli venuti dopo il primo. La matematica che fa l’amore con la poesia!
La matematica del tempo che avanza, delle stagioni che si addizionano, dei ricordi che aumentano ma che comunque non riescono a coprire né a cancellare quei teneri momenti e quelle belle emozioni.
E chi fa parte del gruppo facebook in cui sono coinvolti e coinvolte abitanti di Massa Carrara, ne ha avuto una concreta, romantica dimostrazione: “Cerco Simone, aveva 18 anni nel 1992, uno Zip bianco e verde, non so nulla di lui, ma vorrei rivederlo”. Un vero annuncio da parte di Anna Begni che non si è arresa davanti alla sparizione di Simone, il suo primo amore, nato sulla spiaggia di Marina di Massa un po’ di tempo fa.
Quando non si possedeva il cellulare per essere sempre reperibili, quando non esisteva facebook e la sola foto dell’amato e dell’amata era quella che si nascondeva nel portafoglio o nel diario, quando ci si scriveva tramite lettere che non arrivavano mai e non con mail leggibili in tempo reale (sperando che reale sia anche il contenuto…), e quando bisognava saper aspettare, imparare ad aspettare. Perché la domenica, il Natale o l’estate avrebbe fatto ritorno con la possibilità di rincontrarsi, di rivedersi e di inventare insieme nuove parole e nuove giornate.
Il cuore ha proprio una memoria di ferro, sì: “Questo disegno l’ho fatto io, sono i suoi occhi e quello è il suo sguardo mentre parlavamo”, scrive Anna allegando all’annuncio il suo disegno, il ritratto di due occhi di cui forma e tratti sono rimasti chiari nella mente. Ché se fosse facile dimenticare gli occhi di chi abbiamo visto ridere, di chi abbiamo visto piangere, di chi abbiamo attaccato a volte, di chi abbiamo aspettato in quel posto in cui non abbiamo più messo piede, di chi abbiamo visto prendere la sua strada, di chi abbiamo cercato di dimenticare… se fosse facile, forse non sarebbe neanche bello.
Perché l’amore è un paradosso senza simili: sono i ricordi del sentimento che è stato a ricordarci chi siamo e a ricordarci l’amore di cui siamo capaci. Il primo amore è il primo anche per questo: insegna che amare, in fondo, non è mai un errore. E che tutto quello che abbiamo dato, ricevuto, desiderato, stretto, tutto quello che nel bene e nel male si è vissuto, non è altro che tutto ciò che per sempre ci impedirà di razionalizzarlo.
Non provate mai a razionalizzare l’amore: è una partita persa in partenza. Dategli un nome, un posto, un senso: e custoditene il ricordo perché è vostro, perché eravate voi, perché non è stato uno sbaglio. E perché è stato il primo.
Deborah Biasco