Cercasi donatori di… Coccole e affetto!

L’affetto è un bisogno primario, al pari del mangiare e del dormire.
“E` attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare, non s’impara ad amare sui libri, ma essendo amati”, scrive Asley Montagu, antropologo, umanista e saggista inglese del ‘900.

Cercasi donatori di… Coccole e affetto!
pixabay.com

Coccole, grattini, baci, carezze. Quanto sono importanti per noi adulti queste dimostrazioni di affetto? Tantissimo. L’affetto è uno dei più grandi bisogni umani, al pari di quelli che ci permettono il sostentamento, come il mangiare e il dormire. Sentire il calore umano, avvertire la vicinanza di un’altra persona, percepire il contatto corporeo di un altro essere umano permette di creare delle relazioni fondamentali nella vita di ognuno, in particolar modo in quella dei neonati.

Lo scienza ce lo dice da oltre un secondo, da quando il ricercatore René Spitz svolse un`accurata indagine osservando i bambini in condizione di deprivazione affettiva, rivoluzionando la pediatria. Spitz infatti elaborò la teoria della depressione analitica, descrivendo in ordine progressivo i comportamenti dei bambini che venivano separati dalla madre e/o dalla persona che si occupava di loro. Nella ricerca di Spitz i piccoli che non ricevono affetto erano più esposti al rischio di riscontrare danni irreversibili dal punto di vista motorio, affettivo, del linguaggio e dello sviluppo intellettuale.

Secondo le conclusioni dello studioso, oltre la metà dei bambini istituzionalizzati che non avevano ricevono amore morivano prima dei due anni di vita. La causa era una sorta di depressione psicologica, sebbene fossero alimentati regolarmente e ricevessero le necessarie cure igieniche e cliniche. Da ciò risulta chiaro quindi l’incredibile ruolo che le cure affettive hanno sull’essere umano, amplificate quando si tratta di esserini piccoli e in crescita.

Spence-Chapin è un’agenzia statunitense attiva nella ricerca di volontari per coccolare neonati abbandonati. I volontari, dopo una selezione e formazione specifica ed accurata, dedicano tutto il loro tempo a coccolare i bimbi. E fanno anche di più: documentano il loro affetto e il tempo trascorso coi bimbi scattando delle foto, così da poterle donare loro quando saranno più grandi. In questo modo il bambino, una vota cresciuto, potrà ricostruire ogni tassello della sua breve vita, e potrà riempirlo con qualcosa di bello, a dimostrazione dell’amore e dell’affetto ricevuto.

Anche in Italia esiste un’associazione che si occupa di questo: si tratta dell’associazione I Bambini Dharma, che può fare affidamento su 300 volontari che si occupano di garantire amorevoli cure ai bambini abbandonati dai genitori nelle strutture ospedaliere bresciane. Bimbi di cui nessuno parla, sospesi tra una nascita indesiderata e un futuro ancora più incerto, privo della sfera affettiva su cui ogni essere umano dovrebbe contare.

 

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