Il carbone non ha mai avuto fama di essere pulito, la Londra di fine ‘800 annerita dai fumi derivati dalla combustione di questo combustibile fossile è l’esempio per antonomasia di questo rovescio della medaglia della Rivoluzione Industriale. Negli ultimi decenni però il carbone era tornato alla ribalta come alternativa agli altri combustibili fossili, economica e persino più pulita grazie alle tecnologie impiegate nelle centrali energetiche di ultima generazione, sostanzialmente l’impiego di filtri per trattare i gas esausti.
Ora però uno studio firmato da Wolfgang Junkermann del Karlsruhe Institute of Technology (KIT) e Jorg Hacker dell’Airborne Research Australia e pubblicato sul Bulletin of the American Meteorological Society afferma che anche le centrali a carbone moderne inquinano, seppur in maniera più subdola.
Incriminato è proprio il sistema di filtraggio perché rilascia le famigerate polveri sottili in grande quantità, addirittura a livello locale il contributo di un impianto di produzione di energia funzionante a carbone è superiore a quello del traffico veicolare che è sempre stata considerata la maggiore fonte di questo tipo di inquinamento.
I punti stabiliti dallo studio sono quattro:
_ il primo è che le centrali a carbone emettono più polveri sottili di quante ne produca il traffico;
_ il secondo ribadisce che le polveri sottili hanno effetti deleteri sulla salute;
_ il terzo che le polveri sottili modificano il clima a livello locale;
_ il quarto che le polveri sottili possono essere trasportate dal vento e accumularsi provocando dei veri picchi di concentrazione in luoghi diversi da quelli di produzione.
Le osservazioni sono state effettuate con due aerei speciali equipaggiati con strumentazioni avanzatissime che hanno inseguito i fumi nei cieli di Europa, Australia, Messico e persino Mongolia.
Vale la pena spendere due parole sul punto tre, in che modo le polveri sottili influenzano il clima a livello locale? In realtà forse saprete come si forma la pioggia, sapete che le gocce si formano più facilmente quando il vapore acqueo ha qualcosa attorno a cui condensarsi, in particolare particelle di dimensioni inferiori ai 100 nm (nanometri) hanno la capacità di influenzare profondamente il ciclo delle piogge, causando eventi più estremi, anche eventi naturali come incendi ed eruzioni vulcaniche sparano polveri fini nell’atmosfera ma si tratta per la maggior parte di particelle di dimensioni superiori a quella soglia.
Se siete interessati a una spiegazione più tecnica del perché il sistema usato per filtrare i gas esausti provochi la produzione di polveri sottili in sintesi la responsabile è l’ammoniaca che viene aggiunta per convertire gli ossidi di azoto (inquinanti) in acqua e azoto (innocui), purtroppo però l’ammoniaca è nell’esatta giusta quantità per la formazione di polveri sottili che vengono poi sparati a 200-300 metri di altezza dalle ciminiere per poi disperdersi per centinaia di chilometri.
Roberto Todini