Di Sabina Guzzanti
Una conoscente di vecchia data che in qualche modo è rimasta a lavorare in Rai, mi ha raccontato che è stata cazziata perché ha pubblicato la foto di un buffet particolarmente tristanzuolo. Una foto senza nemmeno dire di cosa si trattava. Così per ridere.
Sei pazza? le hanno detto, terrorizzati.
Me lo raccontava per commentare il fatto che per l’ennesima volta mi hanno sbattuto fuori dalla tv.
Non è che non si può parlare di politica. Non si può parlare punto. Dobbiamo attendere la fine in silenzio.
I pusillanimi hanno da tempo preso il sopravvento. Ma non in gruppo. Singolarmente. Ognuno di loro è convinto in segreto di conoscere il segreto per cavarsela. Tacere. Non esistere. Non farsi notare. Racimolare quello che si può, sperando di riuscire a nascondersi fino alla fine.
Secondo i più questa è la risposta concreta al fatto che l’Europa sta crollando, che in Francia o vince l’estremissima destra o una destra estremissimissima, che l’Italia ha bisogno di altri 20 miliardi per salvare le banche, che saranno ancora lacrime e sangue, che la terza guerra mondiale è già iniziata.
Che l’impero è in mano a un pazzo scocciato tutto arancione e la città eterna sta per finire in mano alla Meloni.
I capò dei campi di concentramento oggi fanno gli opinionisti e hanno cinque stipendi. Il patrimonio culturale dei Nazzi è stato spolpato dai pubblicitari e con quello hanno plasmato la politica, i nostri desideri e i nostri affetti.
Hitler ce l’ha fatta. E’ tornato. E come nella barzelletta si rivolge ai suoi: “ragazzi, stavolta mi raccomando cattivi”.