Cecilia Sala, la giornalista del Foglio e autrice del podcast Stories per Chora Media, si trova nel carcere per dissidenti e stranieri di Evin dallo scorso 19 dicembre. La notizia del suo arresto è stata annunciata dal ministro degli Affari Esteri Tajani che ha dichiarato: “Oggi l’ambasciatrice Paola Amadei ha fatto una visita consolare per verifricare le condizioni e lo stato di detenzione della cronista”. Secondo le prime ricostruzioni, Sala si trovava nel Paese con un visto giornalistico.
Chi è Cecilia Sala
Nata nel 1995, Cecilia Sala ha ha collaborato con Vanity Fair, L’Espresso, la Rai e Will Media, e ha lavorato nella redazione di Otto e mezzo su LA7, interessandosi soprattutto di affari esteri. Il 10 gennaio 2022 diventa autrice e voce di un podcast, Stories, di Chora Media, che racconta ogni giorno storie dal mondo.
In un nota Chora riferisce: “Cecilia Sala è stata arrestata a Teheran giovedì 19 dicembre ed è in carcere, in una cella di isolamento, da una settimana. È stata portata nella prigione di Evin, quella dove vengono tenuti i dissidenti, e il motivo del suo incomprensibile arresto non è ancora stato formalizzato. Rendiamo pubblica questa terribile notizia solo ora perché le autorità italiane e i genitori di Cecilia ci avevano chiesto di stare in silenzio, un silenzio che si sperava avrebbe potuto portare a una rapida liberazione, che purtroppo non c’è ancora stata”
L’arresto
L’arresto della giornalista è avvenuto presumibilmente la mattina del 19 dicembre, quando il suo smartphone è risultato muto. Arrivata il 12 dicembre nella capitale iraniana tramite visto giornalistico aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast Stories, come riportato da Chora Media in una nota, e il suo rientro a Roma era previsto il 20 dicembre, il giorno successivo al suo arresto. Portata nel carcere per stranieri e dissidenti iraniani di Evin non gli è stato da subito concesso di ricevere o avere contatti con altre persone fino ad oggi, quando l’ambasciatrice italiana in Iran le ha fatto visita nel carcere di Evin.
Le chiamate in Italia
Una delle chiamate concesse a Cecilia Sala è stata per il suo compagno Daniele Ranieri, giornalista del Post che ha riferito: “Durante le telefonate, Sala ha detto di stare bene e di non essere ferita”, ricostruisce il Post. “È possibile che abbia dovuto leggere un testo scritto, perché ha usato alcune espressioni che non suonano naturali in italiano, ma sembrano più una traduzione dall’inglese. Non le è stato permesso di dare altre informazioni”.
Tajani:“Sala è in buona salute”
Rassicuranti le parole del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani a Rai News: “Cecilia è in buona salute e il governo italiano sta lavorando in maniera davvero molto intensa e con grande discrezione per riportarla a casa”. Ha fatto sapere, inoltre, che si trova in cella da sola, in una condizione simile a quella di Alessia Piperno.
La travel blogger arrestata a Teheran nel 2022 ha raccontato in un’intervista all’ANSA: “A Cecilia Sala idealmente dico di tenere duro come ho fatto io per 45 giorni: nel carcere di Evin a noi stranieri fisicamente non torcono un capello, ma mentalmente ti provano molto. So cosa vuol dire il terrore di stare in una cella da soli. Abbraccio i suoi genitori, immagino il loro dolore che è come quello che hanno provato i miei”.
Sul tema è intervenuta anche la segretaria del PD Elly Schlein che chiede la scarcerazione della giornalista: “Siamo molto preoccupati per il fermo”, ha detto, “e seguiamo il caso da vicino e con grande apprensione. Chiediamo da subito al governo, con cui siamo già in contatto, di mettere in campo ogni iniziativa utile a far luce su questa vicenda, chiarezza sui motivi di questo trattenimento e, soprattutto, a riportare Cecilia Sala in Italia quanto prima”