Di Federico Feliziani
Un inizio d’anno piuttosto travagliato che non deve sicuramente farci sprofondare nel panico ma neanche farci perdere di vista la complessa situazione nella quale ci troviamo.
Il 27 dicembre l’Unione Europea ha celebrato la scienza organizzando una giornata inaugurale della campagna vaccinale che tanto ci fa sperare. Oltre quella giornata però si è scoperto come, ancora una volta, la riuscita di questa importante missione, dipenda dall’organizzazione del sistema che deve somministrare il vaccino alla popolazione. Così siamo piombati di nuovo nella cruda realtà delle diversità fra le nostre Regioni in merito alla qualità del sistema sanitario. Va bene la primula viola stampata su roll-up usati come bellissimi fondali, poi però si deve fare i conti con una dimensione organizzativa frammentata e per nulla semplice da coordinare.
Alla campagna vaccinale si è aggiunto il problema del rientro a scuola in presenza il 7 gennaio fissato poco meno di un mese fa. Come forse si poteva prevedere il piano trasporti, tanto annunciato come soluzione al problema, non è pronto. Se non altro perché gli incontri che avrebbero dovuto offrire una strategia per il trasporto degli studenti sono stati convocati a metà novembre. E poiché la reattività non è esattamente la caratteristica principale del nostro sistema statale, a mancare è la fase attuativa: ovvero la realizzazione effettiva dei piani.
A questo si aggiunge un balzo improvviso dei contagi che sta facendo preoccupare i presidenti delle Regioni i quali hanno chiesto di rivedere il rientro a scuola in presenza. I dati infatti mostrano, non solo un’impennata dei contagi, ma soprattutto un aumento della pressione sul sistema ospedaliero. Una situazione preoccupante sia in vista dell’intensificazione della campagna vaccinale, sia in vista del periodo influenzale in cui oltre al Covid- 19 avremo anche il consueto malanno stagionale.
Molta confusione a cui si aggiunge l’incertezza sulla durata del governo. Anzi, potremmo dire sul periodo di crisi politica che ci aspetta nei prossimi giorni. Nonostante il profondo appello alla collaborazione espresso dal Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno, la politica non sembra intenzionata ad appianare i recenti attriti. Fra il governo e Italia Viva ormai siamo al lancio della lavatrice giù dalla finestra.
Nel frattempo le altre forze politiche si affrettano a sottolineare come non ci sia nessun accordo per un Conte ter, e nemmeno per un governo di unità nazionale: soluzione che continua a vedere solo il leader di Italia Viva autore della crisi.
Diretti verso una crisi politica al buio nell’oscurità della notte. Un governo in carica solo per gli affari correnti in questo momento sarebbe un grave danno per il Paese. Infatti adesso non esistono affari correnti: ci sono questioni politiche importanti di cui si dovrebbe occupare una maggioranza stabile.
Siamo quindi in costante attesa avendo questioni bloccate per l’orizzonte metrico di un governo che non esiste già più. Pretendiamo risposte da chi sta chiudendo gli scatoloni con lo scotch. Questo è il problema.