Consiglio dei ministri sospeso oggi. Le discussioni riguardanti la riforma della giustizia in primis, poi la Tav e il decreto sicurezza bis, vengono rinviate in sede di riunioni politiche.
Il Cdm è stato sospeso per ragioni tecniche. Oggi l’attenzione dell’opinione pubblica era diretta interamente al Consiglio dei ministri. Sul tavolo la riforma della giustizia che aveva stimolato tante reazioni da parte della magistratura, ma anche dalla Lega. Dopo un colloquio preliminare dei due vicepremier con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, ha avuto luogo il Cdm che si è risolto in breve tempo.
Sembra che la discussione sulla riforma della giustizia sia rinviata, o almeno che occuperà i tavoli di riunioni politiche differenti dal Cdm. La stessa dinamica si ripete per altri due punti nodali che ultimamente hanno minacciato la stabilità del governo: Tav e sicurezza.
Sembra consolidata l’abitudine dei giallo-verdi a rimandare le questioni causa di contrasti. In effetti durante questo primo anno di governo a subire le maggiori trasformazioni sono stati i grillini. Da forza di opposizione a fazione di maggioranza, ora sembrano navigare in quell’ostico mare della politica che tanto hanno vituperato in passato. Con il reddito di cittadinanza ormai alle spalle, Luigi Di Maio vorrebbe garantire al suo elettorato l’adempimento di altre promesse fatte in campagna elettorale. Ma l’armata Lega si ingrossa e si impone mano a mano che il tempo passa e le possibilità di prevalere scarseggiano.
Le stesse dichiarazioni del ministro dell’interno a proposito della riforma della giustizia tanto agognata da Alfonso Bonafede lasciano intendere quanto peso venga dato agli sforzi pentastellati. Salvini afferma: “ci mette pure la buona volontà, ma la sua cosiddetta riforma della giustizia è acqua“. La replica di Di Maio lasciava presagire una pallida reazione del M5s “Sto sentendo troppi no dalla Lega – ha detto – mi auguro che arrivi qualche sì“. Bonafede invece con “Discutiamo in consiglio dei ministri, non su Facebook” era stato il più lungimirante, praticamente dimentico delle origini del suo stesso Movimento.
Perché in effetti il Cdm ha avuto luogo, ma alla proposta di Bonafede non è stato dato spazio.
La verità che da ormai tanto tempo stiamo apprendendo è che la componente gialla di questo accordo oltre a uscire sconfitta sul campo unicamente politico e tecnico, sta perdendo terreno sul suo territorio prediletto, la rete. Sarebbe stato difficile immaginare, un anno fa, che una circostanza simile sarebbe potuta accadere.
Intanto i problemi che affliggono il sodalizio vengono, per il momento, rinviati insieme a qualunque discussione possa risultare costruttiva (chissà che non sia anche una fortuna). Una volta Andreotti ebbe a dire a proposito del suo terzo governo, quello detto “di solidarietà nazionale”, che si sarebbe trattato, in effetti, di un governo “della non sfiducia“. I tempi erano certamente diversi, ma non sembra impossibile oggi parlare del “governo del non scontro“.
Paolo Onnis