Cavalli torturati con scosse elettriche ai genitali: così l’UE aggira le norme sulla macellazione

Cavalli torturati con scosse elettriche

Cavalli torturati con scosse elettriche

La denuncia delle associazioni animaliste dopo oltre due anni di indagine all’interno dei mattatoi australiani

Cavalli torturati con scosse elettriche ai genitali e all’ano nei mattatoi australiani. È quanto emerge dalle indagini promosse e condotte da alcune associazioni animaliste. Tra di esse la Animal Welfare Foundation  e la Italian Horse Protection, che ora chiedono all’UE l’immediato blocco dell’importazione di carne equina dall’Australia.




Prima campioni, poi carne da mangiare

L’Australia non consuma carne di cavallo. Ragion per cui la esporta completamente, soprattutto in Europa. Più del 50% di tale carne proviene dal mondo dell’ippica. I cavalli, terminata la “carriera” sportiva, finiscono al mattatoio.  Luogo di dolore e terrore, dove non vige alcuna legge. I cavalli vengono spinti verso la morte, pungolati e torturati con scosse elettriche, perfino ai genitali e all’ano. In tantissimi casi, come evidenziano le indagini, vengono macellati senza che prima siano storditi adeguatamente. E così, pienamente coscienti del loro destino, vanno incontro al boia.

Il Regolamento europeo sulla macellazione

L’UE disciplina la macellazione con il Regolamento n.1099/2009. Questo impone di preservare il benessere animale anche durante le operazioni di abbattimento. In particolare

È opportuno che gli
operatori o il personale addetto all’abbattimento adottino
i provvedimenti necessari a evitare e a ridurre al minimo
l’ansia e la sofferenza degli animali durante il processo di
macellazione o abbattimento

e

Lo stordimento è dunque necessario per indurre
uno stato di incoscienza e di insensibilità prima o nel
momento stesso in cui l’animale viene abbattuto.

Inoltre, l’art. 12 del suddetto Regolamento, impone l’importazione della carne esclusivamente da paesi che rispettino tali normative. Tra cui certamente non rientra l’Australia.

I dubbi sanitari

Se il benessere dell’animale è ignorato, sussistono forti dubbi anche sulla tutela di quello umano. L’assenza di controlli non caratterizza solo le pratiche di abbattimento degli animali nei mattatoi australiani, ma anche e soprattutto l’ambiente dell’ippica. Come detto, più del 50% dei cavalli proviene da questo settore.  Ovvero circa 5000 esemplari all’anno (seppur le statistiche ufficiali parlino di cifre irrisorie). Ebbene, tali animali nel corso dell’attività sportiva, vengono sottoposti a pratiche dopanti. Sostanze nocive per l’animale, e che ovviamente lo sono anche per l’uomo.

Anche la tracciabilità è un problema

In Australia l’obbligo di microchip esiste solo per i cavalli da corsa. Questo significa che circa la metà della carne esportata non è tracciabile. Non si sa nulla dei metodi di allevamento degli animali, cibo somministrato compreso. Ma anche i cavalli da corsa, finita la carriera, entrano a far parte di questo buco nero. Già in passato l’UE aveva bloccato l’importazione di carne equina dal Messico, dal Brasile, e perfino dagli Usa. Forse presto toccherà all’Australia. Ma servirà a poco, fino a quando non si comprenderà che il benessere dell’uomo non può essere scisso da quello di tutte le altre creature viventi del pianeta.

Antonio Scaramozza

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