Tutti conoscono l’infelice storia della caccia alle streghe. Ma non tutti conoscono quella di Catherine Deshayes. E nemmeno sanno che è molto legata agli intrighi di Versailles.
Versailles, infatti, fu costruita dal Re Sole con lo scopo di controllare l’aristocrazia, famosa per i suoi intrighi e vista come possibile ostacolo al suo potere di monarca assoluto. Il Re Sole faceva bene a temere nobili e aristocratici. Tra le mura del palazzo, infatti, erano in molti a cospirare l’uno contro l’altro, e persino contro il sovrano stesso, arrivando persino ad attentarne la vita.
Per questo non ci si stupisce troppo nello scoprire che nel 1677 Luigi XIV fu costretto ad istituire la camera ardente, un tribunale speciale volto a giudicare gli imputati senza senza possibilità di appello. Tutto questo perché a corte erano frequentissime le morti per avvelenamento. Ma non solo. Alcuni erano accusati di aver partecipato a messe nere, e all’uccisione di bambini innocenti. Ed è proprio in questo contesto che incontriamo la figura di Catherine Deshayes, detta anche La Voisin.
La Voisin era avvelenatrice e presunta strega. Quella dei veleni, all’epoca, era non solo un’arte, ma considerata una vera e propria scienza, ed era professata da molti. Non ultima, per fama, la nostrana Giulia Tofana, accusata anche lei di stregoneria.
Catherine Deshayes era la moglie di un gioielliere caduto in disgrazia, e a causa del suo bisogno di soldi decise di reinventarsi come chiaroveggente, ostetrica, ed esperta tanto di fisiognomica quanto di veleni. Preparava filtri d’amore, vendeva amuleti per soddisfare le aspirazioni romantiche nutrite dalla maggior parte delle persone. E, soprattutto, con le sue pozioni aiutava gli avventori a sbarazzarsi dei nemici.
I clienti della fattucchiera erano numerosissimi. L’affare dei veleni, infatti, coinvolse circa 400 persone, un numero esorbitante, e furono in centinaia ad essere imprigionati, banditi, impiccati o torturati.
Una della clienti più famose della Voisin fu senza dubbio Madame de Montespan, amante di Luigi XIV, che si rivolse alla fattucchiera per conquistare il re. Una volta che le attenzioni del Re Sole nei confronti della nobile donna iniziarono a scemare, quest’ultima decise di partecipare alle messe nere della Voisin, che si svolgevano con inquietante frequenza.
Catherine Deshayes acquistava degli infanti per uno scudo, e poi li faceva sgozzare su un altare, costituito dal corpo di una donna. Ne raccoglieva il sangue e lo mescolava con quello di un pipistrello per ricavarne delle ostie da fare ingerire ai partecipanti. Ignaro di queste cose oscure, il popolo si organizzò comunque in un tumulto, accusando presunte streghe del rapimento di tanti bambini.
Lontana quanto mai dalla religione, insieme alla Montespan decise persino di attentare la vita del Re, rappresentante di Dio sulla Terra. Ma questo tentativo non andò a buon fine, e venne alla luce solo dopo la morte della Voisin, che fu arrestata nel 1679, quando aveva circa 40 anni, e condannata al rogo su piazza. La Voisin non era certo una strega, ma una criminale, e pagò i propri crimini con la morte. Sul rogo, però, vennero arse anche tante donne innocenti, colpevoli solo di essere nate nel periodo della follia dilagante della caccia alle streghe.
I segreti di Versailles sono innumerevoli (sapete, per esempio, che la regina ebbe una figlia illegittima di colore?). E la storia di Catherine Deshayes non è di certo l’unica storia che vale la pena di scoprire.
Sofia Dora Chilleri