Arriva notizia dal MIT della scoperta di una probabile catastrofe cosmica avvenuta in un sistema planetario non molto distante da noi,
La ricerca pubblicata su Nature ipotizza che la spiegazione più probabile della particolarità del sistema planetario della stella HD 172555 (95 anni luce da noi) sia un impatto tra un pianeta di dimensioni simili alla Terra e un corpo di dimensioni simili o poco più piccolo che avrebbe addirittura strappato parte dell’atmosfera al pianeta.
Impatti di questo genere si ipotizza che siano molto comuni nei sistemi planetari giovani, forse saprete che si ritiene che il sistema Terra-Luna sia stato generato proprio da un simile impatto, la proto-Terra si sarebbe scontrata con un altro corpo planetario tanto da perdere parte della sua massa che avrebbe poi formato il nostro inusuale (per dimensioni, insolitamente grandi rispetto a quelle del pianeta) satellite naturale.
Dunque se questi impatti sono comuni gli scienziati ne vorrebbero conferma empirica e poterli studiare direttamente, ma finora non ne abbiamo osservati.
Anche il presente studio, come anticipato, non ha osservato un evento del genere, ma arriva all’ipotesi della catastrofe cosmica escludendo ogni altra possibile spiegazione della particolarità del suddetto astro.
Quali particolarità?
Innanzitutto premettiamo che HD 172555 è una stella giovane, avrebbe solo 23 milioni di anni e quindi il suo sistema planetario sarebbe in quella fase iniziale in cui gli impatti tra oggetti celesti sarebbero comuni.
Quello che la rende peculiare è la nube di polvere che è stata osservata circondare la stella, non è strano la presenza in sé, il disco di detriti è normale nei sistemi planetari in formazione, ma la sua composizione, è piena di minerali che non ti aspetti di trovarvi se quella fosse l’origine. Inoltre i grani sono anche molto più fini di quelli che trovi nel classico disco di detriti che circonda una stella e da cui si sviluppano per aggregazione i pianeti.
La giovane prima autrice dello studio, la studentessa laureata Tajana Schneiderman, e i suoi co-autori hanno pensato di studiare questa nube per capire cosa dicesse sulla storia degli impatti nel sistema.
Si sono concentrati sul monossido di carbonio perché “brilla”, è relativamente facile da vedere, ne hanno scoperta una quantità inusuale, circa il 20% di quanto se ne trova nell’atmosfera di Venere e anche piuttosto vicino alla stella, il che richiede una spiegazione perché essendo fotosensibile dovrebbe avere vita breve da quelle parti.
Gli scienziati hanno quindi iniziato ad analizzare e scartare scenari, quello in cui il gas venisse dal disco di detriti è stato scartato velocemente, lo stesso per l’ipotesi che venisse da una cintura interna di asteroidi ghiacciati. Poi sono passati a uno scenario in cui fosse il risultato di una pioggia di comete ghiacciate sparate verso il centro del sistema da una fascia di asteroidi ghiacciati molto più lontana, qualcosa di simile alla nostra fascia di Kuiper. In nessun caso i numeri corrispondevano, l’ultimo scenario analizzato è quello anticipato, un pianeta di dimensioni simili alla Terra che si scontra con un corpo più piccolo ma di dimensioni simili, tanto che il catastrofico impatto strappò parte dell’atmosfera a uno dei due corpi. L’impatto sarebbe avvenuto in tempi astronomicamente recenti, circa 120000 anni, non abbastanza perché la stella distruggesse tutto il monossido di carbonio nella nube.
Se l’ipotesi è giusta ora coloro che cercano prove di una catastrofe cosmica hanno una traccia da cercare, se trovi tanto monossido di carbonio in una zona che non ti aspetteresti forse stai osservando i resti di un impatto.
Roberto Todini