Catalogna, prima notte in carcere per gli indipendentisti

Prima notte in un carcere spagnolo per gli indipendentisti della Catalogna che, per aver sfidato Madrid, rischiano 30 anni di carcere per ribellione, sedizione e malversazione. Il giudice Carmen Lamela ha disposto la detenzione provvisoria per il vice primo ministro catalano Oriol Junqueras e per altri sette ministri del governo appena destituito. Per l’ottavo ministro interrogato, Santi Vila, che si era dimesso il giorno prima della dichiarazione di indipendenza, è stata prevista la libertà su cauzione, immediatamente pagata da Vila.




Insieme a Junqueras, sono stati portati in carcere, per eliminare il pericolo di fuga, Jordi Turull, Josep Rull, Carles Mundò , Raul Romeva e Joaquim Forn, detenuti nel carcere di Estremera di Madrid. Sono inoltre state arrestate Meritxell Borras e Dolors Bassa, ora detenute nella prigione femminile di Alcalà, non lontano dalla capitale spagnola.

Ieri è anche arrivato il mandato d’arresto europeo per l’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, come confermato dal suo legale belga Paul Bekaert:

Ho appena appreso dal mio cliente che è stato emesso il mandato di arresto per il presidente e quattro dei suoi ministri che sono in Belgio. Puigdemont rimarrà qui e ha detto che collaborerà pienamente con le autorità belghe durante la procedura.

Lo stesso Puigdemont ha poi commentato la vicenda su Twitter:

Il governo legittimo della Catalogna incarcerato per le sue idee e per essere stato fedele al mandato approvato dal parlamento catalano. Il clan furioso del 155 vuole il carcere. Il clan sereno dei catalani, la libertà.

Intanto, mentre a Puigdemont veniva notificato il mandato d’arresto, migliaia di suoi concittadini protestavano nelle piazze delle maggiori città catalane al grido di “Libertat” e “Non è giustizia, è dittatura” per protestare contro l’arresto degli ormai ex membri del governo della Catalogna.

La prossima mossa del governo di Madrid sarà quella di chiedere al Belgio l’estradizione per Carles Puigdemont e i quattro ministri fuggiti con lui lo scorso 30 ottobre. Non è scontato, però, che questi acconsentano perché, per far sì che l’estradizione sia concessa, il reato di cui è accusato l’imputato deve essere riconosciuto dalla legge belga, dove è difficile trovare un equivalente delle accuse mosse all’ex presidente della Generalitat.

Davide Cocconi

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