Siamo all’inizio del racconto, Robert e Margot si incontrano al cinema, dove la ragazza lavora. Lui ha trentaquattro anni, lei venti. Dopo aver scambiato i numeri di telefono cominciano a flirtare tramite messaggi e chat. Margot è così affascinata da Robert da non sentirsi alla sua altezza. Lui invece, appare vago e disinteressato. Alla fine, nonostante tutto, riescono a darsi un appuntamento. Sarà proprio il conoscersi in modo più approfondito a ribaltare le loro aspettative.
Cat Person è un racconto semplice la cui forza risiede nell’essere molto vicino alla realtà. Una contro-storia costruita sul più occasionale degli incontri. Una frequentazione che sembra essere l’inizio di qualcosa di grande arriva poi a un epilogo tutt’altro che lieto.
È quando i due si baciano per la prima volta che la figura ideale immaginata da Margot comincia a sgretolarsi. Per essere un uomo con più esperienza di lei Robert bacia davvero male. Nonostante ciò la serata prosegue a casa del ragazzo. Margot è già stanca di lui, ma andarci a letto le sembra ormai inevitabile: si sentirebbe in colpa se non accettasse. L’esperienza è da dimenticare, Robert si rivela impacciato e per nulla attraente. Nei giorni successivi lui prova a ricontattarla ma la ragazza trova il coraggio di troncare.
Cosa ha attirato così tanto i lettori?
Perché questo racconto ha attirato così tanti lettori da diventare in brevissimo tempo un caso letterario? Indubbiamente, le intuizioni e l’abilità narrativa di Kristen Roupenian, perfetta sconosciuta fino alla pubblicazione, hanno giocato un ruolo decisivo. Cat Person racconta una situazione in cui tutti ci siamo trovati almeno una volta o che è facile possa capitarci, in un’epoca frenetica e incerta come quella attuale. Altissimo è il livello di identificazione.
La breve storia ruota intorno al gioco dei sentimenti apparenti, è uno specchio che riflette le illusioni, l’incertezza e la fragilità che appartengono al nostro modo di rapportarci e di amare oggi. Ciò che colpisce è la velocità con cui i sentimenti possono cambiare, la loro precarietà, e le riflessioni che nascono quando la realtà spazza via l’immaginazione.
Ma i pensieri e i comportamenti di Margot hanno dato vita anche ad altre reazioni. In un’intervista, la Roupenian, riferendosi alla sua protagonista, che sceglie di fare sesso quasi perché si sente in dovere a causa della situazione che ha contribuito a creare, ha affermato:
“Le donne sono accondiscendenti, non vogliono fare arrabbiare il prossimo, si fanno carico delle emozioni altrui, cercano di rendere tutti felici: sono fatte così e non possono prescindere da un certo atteggiamento che le caratterizza e, allo stesso tempo, le umilia e le sfinisce”
Sui social si è scatenato un dibattito, c’è chi ha visto nel racconto una vena femminista: i dubbi e i sensi di colpa di Margot deriverebbero da pressioni socio-culturali arcaiche e maschiliste, di cui la donna è ancora vittima.
Su un altro fronte, invece, è stato aperto un account Twitter denominato Men react to Cat Person, qui in molti hanno preso le difese di Robert, scagliandosi contro l’autrice e accusandola di aver svilito la figura maschile.
Polemiche a parte, era dalla pubblicazione di Brokeback Mountain di Annie Proulx (1997) che un racconto apparso sul New Yorker non riscuoteva una tale popolarità. Possiamo solo rallegrarci quando a essere accostata all’aggettivo “virale” è un’opera letteraria. Significa che la capacità di narrare storie conserva ancora intatto il suo fascino.
Antonio Tramontano