Dopo i fatti di Viterbo Matteo Salvini torna a parlare di castrazione chimica, non trova però l’appoggio dell’alleato di governo.
Castrazione chimica: è di nuovo scontro nel governo. Per Salvini “una cura” mentre per Di Maio “uno slogan“. La contrapposizione si rinnova dopo la violenza sessuale di Viterbo, uno stupro per cui sono stati arrestati un consigliere comunale e un militante di CasaPound.
Per il vicepremier Matteo Salvini: ” Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori : la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza è che chiederemo l’immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati”. E annuncia per sabato e domenica, una raccolta firme a sostegno della proposta della Lega.
lo stop pentastellato
Contrario Di Maio e M5s: ” Io non ci sto a prendere in giro i cittadini e le donne – dice il vicepremier pentastellato – che hanno paura della violenza con il tema della castrazione chimica: per come è scritta si applicherebbe solo a casi meno gravi e sarebbe volontaria”. E prosegue Di Maio: “Io e il M5s andremo avanti a raccontare la verità: non si possono fare facili slogan come fa CasaPound che poi si trova propri consiglieri coinvolti in un caso di violenza di gruppo“.
CasaPound sarebbe in piena linea con la proposta della Lega. Simone Di Stefano, segretario di CasaPound Italia, auspica “pene durissime per ogni infame stupratore. Castrazione compresa” . Ma non si fa attendere la risposta dei 5Stelle che in una nota attaccano il partito di estrema destra. ” Anche CasaPound chiedeva e chiede la castrazione chimica e poi guarda il caso, ad aver commesso lo stupro e ad essere arrestato è stato un loro consigliere”. Continua la nota: “Serve la certezza della pena e e anni e anni di detenzione, perché lo strumento della castrazione chimica non colpisce gli stupratori anzi lascia criminali e stupratori a piede libero “.
Il testo di legge
Lo scontro sulla castrazione chimica era in realtà, già avvenuto nelle aule parlamentari, con la Lega costretta dai 5Stelle a stralciarla dal Codice rosso sulla violenza sulle donne. Il Carroccio era poi rimasto solo, con Fratelli d’Italia, a votare una mozione a favore e i 5Stelle contrari insieme alle opposizioni.
Il testo prevedeva la “castrazione chimica” volontaria e reversibile. Oggi, però, nel riproporre il tema, Salvini fa riferimento a “ una proposta della Lega ferma da tempo alla Camera”, di cui “chiederemo l’immediata calendarizzazione”. La prima proposta della Lega risale al 2014, con la firma dell’attuale sottosegretario all’interno Nicola Molteni. Assegnata alla commissione Giustizia della Camera nel settembre 2014, l’iter parlamentare non è mai stato avviato. Ripresentata nell’attuale legislatura, è assegnata alla commissione Giustizia nel giugno del 2018, ma l’esame non è ancora stata avviato.
La castrazione chimica nel mondo
Alcuni Paesi europei, come Germania, Svezia e Finlandia hanno già introdotto la castrazione chimica nelle loro leggi, ma solo in Polonia la castrazione chimica è intesa come vera e propria pena. Negli altri Paesi (e così probabilmente sarà anche in Italia se legge sarà approvata) si tratta di una misura volontaria, eseguita soltanto a partire dal consenso informato del colpevole.
Francesca Peracchio