Un altro agghiacciante caso di violenza su minori: una bambina di 22 mesi è stata ricoverata d’urgenza dopo che il compagno della madre l’ha quasi uccisa.
Dopo il caso di Cardito, in cui un uomo di 25anni (Tony Essobti) ha picchiato fino a togliere la vita al figlio di 7 anni della propria compagna perché “aveva rotto la sponda del letto”, anche dai Castelli Romani arriva una notizia altrettanto amara e agghiacciante. Un uomo ha ridotto in fin di vita una bambina di soli 22 mesi, figlia della sua compagna, perché infastidito dal suo pianto.
Castelli Romani: un uomo picchia una bambina di 22 mesi
Un quadro sconcertante e spaventoso è emerso in queste ore dalle indagini sul tentato omicidio della piccola dei Castelli Romani. Nella serata di mercoledì 13 febbraio, la bambina è stata accompagnata dalla madre all’ospedale dei Castelli Romani, ad Ariccia, e poi trasferita all’ospedale Bambino Gesù di Roma dove sono state accertate le sue gravissime condizioni.
La donna avrebbe riferito ai medici che la piccola “sarebbe caduta dalle scale”, ma dopo le dovute indagini è emerso che a provocarle i segni che l’hanno ridotta in quello stato, e che i medici hanno intuito subito non essere compatibili con una caduta, sarebbe stato il patrigno.
Stando a una prima ricostruzione la mamma non sarebbe stata in casa mentre i suoi tre figli (la bambina con la sua sorella gemella e un altro fratello di 4 anni) sarebbero rimasti insieme all’uomo, un 24enne di origini molisane. Stando al resoconto fornito agli agenti, l’uomo avrebbe colpito la bambina perché “stufo di sentire il suo pianto”.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente disposto il fermo nei suoi confronti, con l’accusa di tentato omicidio ai danni di minore. La bambina si trova in coma farmacologico, e nelle prossime ore dovrà essere sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla testa. Pochi giorni fa i Castelli Romani sono stati teatro di un altra triste notizia balzata alle cronache: alcuni minori hanno subito maltrattamenti dalle loro quattro insegnanti, tutte finite ai domiciliari.