Cassa integrazione per gli operai di Stellantis e stipendio d’oro per il suo AD

operai di stellantis in cassa integrazione

Nel panorama dell’industria automobilistica, Stellantis emerge come un’entità di rilievo, capace di influenzare non solo il mercato, ma anche il dibattito pubblico e le dinamiche economiche e sociali. L’ultima assemblea degli azionisti, di cui la famiglia Agnelli è socia a maggioranza, ha evidenziato una serie di questioni cruciali che meritano un’analisi approfondita e un confronto aperto. Tra le decisioni più controverse, spicca l’approvazione del maxi stipendio dei dirigenti a danno degli operai di Stellantis: un tema che alimenta dibattiti accesi e solleva interrogativi sulla governance aziendale e sul rapporto tra capitale e lavoro.

In parallelo, l’annuncio di Dongfeng Motor Group di esplorare opportunità produttive in Italia aggiunge un elemento di interesse e incertezza al futuro del settore. In questo contesto complesso e in rapida evoluzione, è fondamentale esaminare con attenzione le sfide e le opportunità che Stellantis e l’industria automobilistica nel suo complesso affrontano, tenendo conto delle diverse prospettive e dei molteplici interessi in gioco.

Una decisione contestata da lavoratori e sindacati: il dibattito su Stellantis

L’assemblea degli azionisti di Stellantis ha acceso i riflettori su una serie di questioni cruciali che riguardano il futuro del colosso automobilistico. In particolare, l’approvazione del maxi stipendio dei dirigenti, con particolare riferimento a Carlos Tavares, ha suscitato un acceso dibattito sia all’interno che all’esterno dell’azienda, in quanto discriminatorio e totalmente ingiusto nei confronti degli operai di Stellantis. In particolare, l’assemblea generale dello scorso martedì ha deliberato la retribuzione al suo Amministratore Delegato di 36,5 milioni di euro in riferimento all’anno 2023. Con il 30% dei voti contrari e il 70% di favorevoli all’interno dell’assemblea, si è deciso quindi di aumentare lo stipendio a Tavares di oltre il 55% di quello precedente.

Mentre la maggioranza degli azionisti ha votato a favore, una percentuale significativa si è espressa contrariamente, sollevando interrogativi sulle politiche retributive e sul loro impatto sul clima aziendale e sulla società nel suo complesso. A paragone, gli operai di Stellantis dovrebbero lavorare almeno per più di mille anni per raggiungere il maxistipendio di Tavares. Inoltre, questa notizia è arrivata poco dopo che l’azienda stessa aveva deciso di mettere in cassa integrazione 3.800 lavoratori e lavoratrici: uno schiaffo alla miseria è dire poco.



All’inizio della settimana è infatti arrivata la notizia che dal prossimo lunedì 22 aprile fino al 6 maggio è prevista la cassa integrazione per gli operai di Stellantis che lavorano nello stabilimento di Mirafiori. Non è un caso infatti che la manifestazione a Torino del 12 aprile è stata massicciamente partecipata dai lavoratori del settore secondario.

Il paradosso dell’assemblea: tra risultati e contestazioni

Le parole del presidente John Elkann, che ha espresso fiducia nei risultati ottenuti finora da Stellantis e ha promosso un futuro di successo per l’azienda, si trovano ad affrontare una serie di critiche e dubbi. Mentre alcuni investitori e analisti accolgono con favore l’ottimismo di Elkann, altri sollevano interrogativi sulle priorità aziendali e sul rapporto tra gli interessi dei dirigenti e quelli dei lavoratori.

A niente è servita quindi la voce dei sindacati italiani che ha tentato di rompere i privilegi dell’assemblea di Stellantis: John Elkann si è infatti espresso solamente sulle previsioni future, descrivendo il panorama come ottimo e prosperante. Ha parlato infatti dell’anno 2024 e delle auto elettriche sul mercato, le nuove protagoniste tra le vetture in circolo.

Le voci dei lavoratori di Stellantis: sindacati e preoccupazioni

I sindacati hanno assunto un ruolo attivo nel dibattito, evidenziando le preoccupazioni degli operai di Stellantis, soprattutto in relazione alla sospensione della produzione a Mirafiori e alla questione dei compensi dei dirigenti. La necessità di proteggere e promuovere gli interessi della forza lavoro è diventata una priorità chiave per molti sindacati, che chiedono un maggiore coinvolgimento nella definizione delle politiche aziendali.

I sindacalisti stanno cercando di fare pressione politica non solo sui dirigenti di Stellantis, quanto anche sul governo Meloni, con l’obiettivo di rigenerare i nuovi stabilimenti con la forza lavoro, in modo tale da creare ricerca, sviluppo ma sopratutto l’occupazione. 

È sicuramente uno scenario drammatico per gli operai di Stellantis, fortemente discriminati e privati dei loro diritti e del loro rispetto in quanto forza lavoro. La logica di lavoro della quarta azienda automobilistica più influente rispecchia sicuramente un modello ultra-liberale e capitalistico: azioni, vittorie, vendite e successi sono dovuti grazie ai manager e alle altissime cariche aziendali, mentre gli operai sono marginalizzati o esclusi.

Nonostante l’azienda sia fiorente e molto potente, l’obiettivo è sempre quello di ridurre la mano d’opera e i costi che essa comporta. Lo sfruttamento capitalistico lo illustra bene: riduzione degli operai al minimo – tramite licenziamenti o cassa integrazione -, riduzione del costo della manodopera – abbassamento totale dello stipendio senza una contrattazione -, oppure attraverso la delocalizzazione delle sedi aziendali. 

La complessità del futuro: sfide e opportunità

Mentre Stellantis si prepara ad affrontare le sfide del settore automobilistico, inclusa la transizione verso veicoli elettrici e sostenibili, il confronto tra la direzione aziendale e i sindacati si annuncia sempre più complesso e articolato. Il futuro dell’industria automobilistica italiana e il ruolo dell’azienda al suo interno restano al centro del dibattito pubblico e politico, richiedendo un dialogo aperto e costruttivo tra tutte le parti interessate per garantire una crescita sostenibile e equa ma sopratutto un degno rispetto per gli operai di Stellantis.

Lucrezia Agliani

Exit mobile version