Caso Passeri diventa mediatico: la famiglia riceve il referto medico che conferma la rimozione dell’appendice e l’assenza di ovuli nello stomaco di Giacomo

Caso Passeri

L’interrogazione parlamentare richiesta dal fronte del centrosinistra sul caso Passeri ha portato alla luce la preoccupazione e l’indignazione dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini e del deputato di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi. La storia del trentunenne italiano, detenuto da quasi un anno nel carcere egiziano Badr 2, è diventata un caso mediatico, dividendo l’opinione pubblica. Infatti, la fuga di notizie proveniente dalla Farnesina sembra vedere Luigi Giacomo Passeri accusato di un reato ancora più grave, lo spaccio internazionale. Oltre ai leciti dubbi che aleggiano intorno all’imputazione nei confronti del cittadino italiano (accuse che il referto medico appena ritirato dalla famiglia sembra far cadere prima del previsto) la domanda è: nel 2024, è dignitoso per uno Stato democratico quale è l’Italia, che ha persino la presunzione di reputarsi civile, lasciare che un giovane cittadino sia recluso all’estero in condizioni disumane, senza la possibilità di difendersi? 

Aggiornamento in tempo reale: la famiglia di Giacomo Passeri è entrata in possesso del referto medico che conferma la rimozione dell’appendice e l’assenza di ovuli nello stomaco del ragazzo

Nota bene: l’articolo è stato redatto prima dell’aggiornamento sul referto medico.

L’interrogazione parlamentare sul caso Passeri divide l’opinione pubblica

La famiglia e gli amici avevano appena tirato un sospiro di sollievo, l’interrogazione parlamentare urgente del centrosinistra, che ha chiesto al governo la tutela dei diritti di Giacomo Passeri, detenuto da oltre 10 mesi in Egitto, sembrava finalmente aver fatto fare un passo avanti ad una vicenda che fino a poco tempo fa sembrava senza via d’uscita.

Come tutte le gioie, anche questa gioia è durata poco, dato che la Farnesina ha divulgato ad alcune testate nazionali l’accusa delle autorità egiziane, cioè lo spaccio internazionale. Non apriremo il dibattito sulla veridicità di questa affermazione, non apriremo l’ennesima gogna che funga da valvola di sfogo per chi della sua vita non è per niente soddisfatto, ma anche se fosse tutto vero, è giustificabile il fatto che Giacomo viva tuttora in condizioni disumane, senza poter nemmeno fare una telefonata?

Ricordiamo che i contatti che ha avuto con la famiglia sono avvenuti per vie traverse, nessun contatto tra Giacomo Passeri e la famiglia è stato coordinato dall’ambasciata italiana. In uno Stato che si reputa civile tutto ciò è inaccettabile.

Una storia tutta italiana per chi ha la memoria breve: la Dama Bianca

Dato il polverone alzato da alcune solide testate nazionali (che additano Giacomo a “nuovo idolo del Pd”, come se la vita umana altro non sia che propaganda politica) e dato che non sappiamo se sia vero o meno ciò di cui è accusato il cittadino italiano, poiché per incompatibilità linguistica non riesce a comprendere ciò che succede durante l’udienza e poiché sembra siano state inspiegabilmente coinvolte forze dell’ordine di ogni grado nel suo caso, è bene ricordare una storia che testimonia la non più tollerabile ipocrisia del Belpaese.

Forse non tutti sanno che nel 2010 Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri (in cui Giorgia Meloni ricopriva il ruolo di Ministro della Gioventù), portò al G8 di Toronto una nuova collaboratrice, ex membro dello staff di Renata Polverini: ai tempi ventottenne, Federica Gagliardi entrò a far parte della delegazione italiana per il summit dei più potenti al mondo. Bella, probabilmente intelligente, ammaliò il Cavaliere che la scelse come collaboratrice di Stato.



Quattro anni dopo, Federica Gagliardi è stata fermata a Fiumicino mentre tornava da un viaggio in Sudamerica con 24 kg di cocaina come souvenir. La pena? Patteggiamento 3 anni e 6 mesi. Probabilmente, Berlusconi si sarebbe impegnato più del fedelissimo Ministro degli Esteri Antonio Tajani per riportare Giacomo a casa (ancor più se fosse stato una donna).

Così, come la Farnesina dà direttamente le notizie ad alcuni quotidiani come se fosse una questione di gossip invece di tutelare i diritti di un concittadino, su Ultima Voce cogliamo l’occasione per ricordare un iconico episodio italiano che ci fa pensare: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

Che le accuse dell’Egitto siano vere o siano false (molto probabile), Giacomo non può chiamare la sua famiglia dall’agosto del 2023 e per uno Stato democratico come l’Italia è ormai intollerabile

Deve essere chiaro che se le accuse saranno verificate e accertate tramite un processo civile e in cui l’imputato ha la possibilità di difendersi nessuno metterà in dubbio, persone che vogliono bene a Giacomo comprese, che la pena decisa dall’autorità giudiziaria debba essere scontata. Dato che l’accusa è assolutamente lontana dall’essere una certezza, il contributo che in Egitto potrebbe dare Giacomo Passeri nello smantellare un potenziale traffico internazionale di sostanze stupefacenti è logicamente azzerato, non capisce neanche la lingua.

Il fatto che Luigi Giacomo Passeri sia recluso solo per sopravvivere in condizioni disumane, tanto da iniziare uno sciopero della fame, senza aver diritto neanche ad una telefonata alla sua famiglia, dovrebbe far comprendere che l’umanità non è una questione opinabile: come si può anche solo giustificare un modo di agire e governare volto a calpestare la dignità umana?

Come si fa a creare delle relazioni internazionali basate esclusivamente sul profitto senza instaurare delle relazioni basate sui diritti delle persone? Semplicemente, è il solito sistema che tutela pochissimi potenti e lascia indietro il resto della popolazione.

Infine, deve essere chiaro che la Farnesina (i cui funzionari oltre 5 mesi fa hanno rassicurato Giacomo per l’ultima volta, affermando che “presto sarebbe tutto finito”) e tutte le forze istituzionali coinvolte nel caso Passeri dovrebbero essere al servizio di tutti i cittadini e provare anche a comprendere la sofferenza che stanno vivendo la famiglia e gli amici di Giacomo.

I cittadini sono il cuore di uno Stato e l’Italia vera è migliore di quello che sembra 

Le persone colpite trasversalmente da questo caso hanno visto nell’interrogazione parlamentare la luce in fondo al tunnel di un incubo che dura da quasi un anno e allo stesso modo l’hanno vista allontanarsi, ridotta ad un social victim blaming superficiale e chiacchierone, all’italiana.

Il vero problema nel caso Passeri è che grazie all’ipocrita perbenismo di una piccola fetta di popolazione condannata ad odiare ciò che non riesce a comprendere, che fonda movimenti pro vita e guarda indifferente morire centinaia di bambini nelle acque del mare dove fa il bagno, molte persone stanno vivendo un dolore forte e reale, che ad oggi rischia di durare decenni.

Le autorità egiziane accusano Giacomo Passeri di essere uno spacciatore internazionale? I processi sono fatti apposta per accertare queste pesanti accuse, ma, come non ci stancheremo mai di ripetere, il diritto a difendersi da questa accusa praticamente a questo ragazzo non è stato concesso.

Se l’Egitto vuole mantenere relazioni positive con l’Italia vera, quella che dei diritti umani è stata pioniera, il primo Stato nella storia civile ad abolire la pena di morte, dovrebbe come minimo trattare con civiltà i suoi cittadini ma, l’assassinio di Giulio Regeni lo insegna, l’Egitto, o perlomeno chi lo governa, certi messaggi ancora stenta a recepirli.

Per questo motivo, oltre all’estradizione di Luigi Giacomo Passeri, che è un dovere per le istituzioni italiane, dovremmo condannare la tortura e i sistemi carcerari che violano i diritti umani, in ogni parte del mondo. Non è utopia: è logica, è umanità ed è evoluzione.

Lo scenario peggiore del caso Passeri è che tutto sia vero, che si sia macchiato realmente del crimine di cui è accusato. Ciò non toglie che non si può accettare il fatto che un cittadino italiano all’estero, restato per undici mesi nel silenzio totale delle istituzioni e nella disperazione di chi non è più padrone del proprio destino, abbia il diritto di essere tutelato dall’ambasciata italiana, che ogni giorno continua a stupirci con le sue azioni volte al benessere dei cittadini.

Un’altra cosa che è bene ricordare: sono i cittadini il vero cuore di uno Stato e insieme possono cambiare il corso degli eventi di una società che si professa civile, anche se il caso Passeri (preceduto dal caso Regeni, dal caso Salis e dal caso Zaki) dimostra quanto ad oggi non lo sia.

 

Aurora Colantonio

 

 

 

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