Caso Lizzie Borden: una donna accusata di due omicidi ancora oggi irrisolti

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Lizzie Borden visse tra la seconda metà del 1800 e i primi anni del 1900. È famosa per il suo presunto coinvolgimento nell’omicidio di suo padre e della sua matrigna. Nacque il 19 luglio del 1860 a Fall River dove vi morì il 1 giugno del 1927.

Lizzie Borden, la vita

Il padre di Lizzie era un uomo molto ricco ma allo stesso tempo molto avido. Lizzie, ancora sconvolta per la morte della madre, odiava il comportamento del padre che le faceva vivere in miseria anche se potevano vivere in modo molto agiato. Il padre, nel frattempo aveva trovato un’altra compagna con la quale sia Lizzie, che la sorella maggiore Emma, non andavano daccordo. Alle due gioveni ragazze non restava quindi che vivere una vita in miseria e in tristezza. Ma un giorno accadde qualcora che fece letteralmente impazzire Lizzie. Il padre, così avaro con la propria famiglia, regalò una casa alla sorella della moglie. Laciando di stucco le figlie che vivevano senza acqua ne calda ne corrente scatenò la loro ribellione. Si creò così un grande scontento nelle due sorelle, soprattutto in Lizzie.



Gli omicidi

Il 4 agosto 1892 sembrava essere un giorno come un altro, ma così non fu. In casa Borden c’erano la matrigna, a domestica e Lizzie. Emma era fuori città a trovare alcuni lontani parenti. Alle 10,40 il padre torna a casa e poco dopo essersi messo a leggere il giornale sul divano qualcuno gli sfonda il cranio con un oggetto contundente. Lo stesso destino lo fece la matrigna che rivolta a terra fu colpita decine di volte nella sua stanza. I soccorsi, una volta arrivati, ispezionarono la casa per controllare la presenza di eventuali estranei. Ma in casa non c’era nessun altro fuorchè Lizzie e la domestica la quale non possedeva un movente per uccidere i due coniugi.



L’autopsia di Abby Borden (la matrigna) fece emergere il fatto che era morta un’ora prima che il marito entrasse in casa. Questo significava che a commettere gli omicidi non era stato un estraneo, come sosteneva Lizzie. Era infatti improbabile che si fosse nascosto per un ora aspettando l’arrivo del marito Andrew. Lizzie fu dunque accusata di duplice omicidio avvalorato da prove che accertarono la sua colpevolezza. Fu infatti ritrovata l’arma dei delitto in casa. Era un’ascia perfettamente ripulita e compatibile con le ferite riportate sui defunti. Lizzie Borden era stata inoltre vista bruciare un vestito, probabilmente lo stesso che indossava il giorno degli omicidi, altrimenti perché farlo?



La sentenza

L’avvocato difensore di Lizzie sostenne che 18 colpi d’ascia alla testa per Abby Borden e 13 per il marito, non potevano essere stati inflitti da una donna per mancanza di forza. La condotta di Lizzie Borden inoltre era un punto a suo favore perché si dedicava alla beneficienza e insegnava catechismo presso una scuola domenicale. Per questi motivi, forse, la giuria decise di assolvere da ogni accusa l’imputata. Nonostante fosse stata dichiarata innocente, l’ormai ricchissima Lizzie Borden morì sola nel 1927. Visse un’intera vita umiliata dai suoi concittadini che l’accusavano di essere l’assassina. Nella cittadina in cui viveva nacque anche una filastrocca popolare che recita così: “Lizzie Borden took an axe and gave her mother forty whacks. When she saw what she had done, she gave her father forty-one”. Lasciò il suo patrimonio a parenti, amici e alla Lega per la protezione degli animali.

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