La condanna in primo grado del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha acceso un acceso dibattito politico. La sentenza che ha visto Delmastro condannato, riguarda la divulgazione di informazioni riservate su Alfredo Cospito, detenuto al 41-bis, e ha scatenato reazioni contrastanti: da un lato, il governo e Fratelli d’Italia difendono il sottosegretario, dall’altro, le opposizioni ne chiedono le dimissioni. Il caso si inserisce in un contesto più ampio di scontro sulla giustizia e sul ruolo delle istituzioni.
La sentenza e le motivazioni del tribunale
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro condannato in primo grado a 8 mesi: con questa sentenza dal Tribunale di Roma, il Sottosegretario è stato condannato con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. La decisione è arrivata dopo un’ora di camera di consiglio, con i giudici dell’ottava sezione che hanno riconosciuto le attenuanti generiche, sospeso la pena e applicato l’interdizione dai pubblici uffici per un anno.
La condanna riguarda la diffusione di informazioni riservate relative all’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41-bis, che Delmastro aveva condiviso con il deputato Giovanni Donzelli. Quest’ultimo, durante una seduta alla Camera, aveva utilizzato tali informazioni per attaccare le opposizioni, chiedendo loro da che parte stessero: “Con lo Stato o con i mafiosi?”.
Le reazioni della maggioranza: Meloni e Nordio difendono Delmastro
La sentenza che ha visto Delmastro condannato ha suscitato immediate reazioni nel panorama politico. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito il sostegno al sottosegretario, definendo la decisione del tribunale “sconcertante” e affermando che Delmastro non si dimetterà. Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è espresso in sua difesa, dichiarandosi “disorientato e addolorato” e confermando la sua fiducia nell’operato del sottosegretario.
Nordio ha inoltre sottolineato la necessità di una “radicale riforma” del sistema giudiziario e ha ribadito l’impegno del governo nel proseguire le riforme in materia di giustizia. Fratelli D’Italia si è quindi unita in un sostegno corale, mentre il Sottosegretario, reduce dalla notizia, ha definito l’accaduto come una “sentenza politica” e sfogando tutta la sua rabbia contro il lavoro dei giudici.
A difendere apertamente Delmastro è stato anche Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile dell’organizzazione del partito. Il deputato ha poi attaccato il Partito Democratico, accusandolo di voler proteggere Cospito e di aver costruito un caso contro Delmastro a scopi politici. Rivendicando il lavoro fatto fino ad ora, ha infatti ricordato che “andranno avanti con le riforme”.
L’opposizione chiede le dimissioni
Di segno opposto le reazioni delle opposizioni, che hanno chiesto le dimissioni immediate di Delmastro. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato che la condanna dimostra “l’inadeguatezza di questa classe dirigente” e ha invitato Meloni a prendere provvedimenti. Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha attaccato il governo, affermando che “da Delmastro a Santanché si sentono ormai tutti intoccabili”.
Secondo Conte, la premier avrebbe perso coerenza, avendo sempre chiesto dimissioni per gli avversari politici ma evitando di applicare lo stesso metro di giudizio ai propri alleati. Un certo sgomento lo avrebbe suscitato anche la stessa reazione del Sottosegretario: Elly Schlein ha infatti definito la sua reazione una minaccia allo Stato di diritto in Italia.
Il caso Cospito e le accuse a Delmastro
La vicenda giudiziaria che vede da ieri Delmastro condannato nasce da un episodio risalente al febbraio 2023, quando Giovanni Donzelli, in aula alla Camera, ha rivelato conversazioni intercettate tra Alfredo Cospito e alcuni detenuti di mafia, insinuando una presunta connivenza tra l’anarchico e il Partito Democratico.
Queste informazioni, ottenute dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), erano state fornite a Donzelli proprio da Delmastro, che in qualità di sottosegretario aveva accesso a documenti riservati. Secondo i giudici, la divulgazione di queste informazioni ha violato il segreto d’ufficio, mentre la difesa sostiene che si trattasse di dati non classificati.
Prossimi passi: l’appello e il futuro politico di Delmastro
Nonostante la condanna, Delmastro ha già annunciato che non lascerà il suo incarico. “Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto”, ha dichiarato subito dopo la sentenza. Il sottosegretario ha inoltre annunciato l’intenzione di presentare appello e di continuare a lavorare per portare avanti le riforme sulla giustizia.
La Procura, che in fase di processo aveva chiesto l’assoluzione di Delmastro, valuterà ora le prossime mosse. Nel frattempo, il caso continua a dividere l’opinione pubblica e il mondo politico, alimentando il dibattito sul rapporto tra giustizia e politica in Italia.