È un legame indissolubile quello con il gioco, non c’è epoca o cultura che sfugga al suo fascino. C’è in esso il piacere della sfida, con sé stessi, gli altri o contro il destino, ma anche l’emozione del rischio e il carattere richiesto dalle sconfitte. Una seduzione così forte perché il gioco costituisce una grande metafora della vita. E come per laica devozione, l’Occidente ne ha eretto delle cattedrali: i casinò. Luoghi culto nell’immaginario della cultura pop, topos che accompagna letteratura, cinema, musica e persino le biografie degli uomini di Stato più famosi.
Voltaire, Casanova, Napoleone e Churchill tra gli amanti del gioco
La fortuna dei casinò è legata ai suoi giochi e in questo l’Italia ricopre un ruolo speciale. Il cavagnole, sorta di antesignano della roulette, è nato infatti nel nostro Paese ma ha raccolto successo anche in Francia. Tanto che uno dei padri dell’illuminismo, ovvero Voltaire, ne era un grande appassionato. Era un estimatore anche del gioco di carte Faro, proprio come un’altra nota personalità del 700’, icona per antonomasia di seduzione, Giacomo Casanova. L’avventuriero veneziano riuscì a perdere 5.000 pezzi d’oro in due giornate nella sua città natale. Per pagare i suoi debiti non disdegnava di sedurre ricche signore e al gioco ha dedicato più di una pagina nella sua autobiografia.
Nella Francia della seconda metà del settecento i casinò godettero di rapida diffusione grazie all’impulso di un altro personaggio simbolo della cultura popolare: Napoleone Bonaparte. Suo inoltre il contributo alla circolazione del gioco di carte “Vingt-et-un” (ossia “ventuno”), padre del moderno Black Jack. E restando in tema di uomini politici, avvicinandoci di più al nostro tempo, come non citare l’ex Prime Minister del Regno Unito Winston Churchill. Famoso per le sue doti di statista e stratega, Churchill amava correre il rischio di puntare al casinò. I suoi giochi preferiti erano il poker, la bazzica, l’antico mah jong e il Pinochle. Le carte hanno stregato persino gli ex Presidenti degli Stati Uniti George Washington e Thomas Jefferson.
L’evoluzione del casinò e il suo ruolo nella letteratura
Ci sono poi altre figure importanti che hanno contribuito, ma sotto un altro punto di vista, alla diffusione dei casinò. Marco Polo, ad esempio, sembra aver portato l’invenzione delle carte da gioco dalla Cina a Venezia e quindi in tutta Europa. Galileo Galilei, invece, è stato l’autore del primo trattato accademico circa le probabilità nel lancio del dado. Un approccio analitico oggi essenziale per chi pratica gli skill game, come il poker Texas hold ’em o il Bridge.
A queste innovazioni se ne sono aggiunte altre che hanno costituito, nel corso dei secoli, il casinò così come lo conosciamo. E un po’ com’è successo per l’invenzione del libro, anch’essa senza tempo, il casinò ha saputo abbracciare il mondo digitale senza snaturarsi. Non stupiscono quindi i 44,5 milioni di euro spesi ad agosto per i casinò game online in Italia, sebbene il vero emblema del casinò resti ancora, nell’immaginario della cultura pop, quello fisico. Grandi e raffinate sale da gioco dove a colpi di rilancio si misurano i gambler più consumati.
Un’idea di casinò che ritroviamo nei grandi autori della letteratura dell’800-900. Dostoevsky ha ambientato il suo “Il giocatore” nei casinò di Baden-Baden che l’autore stesso frequentava, mentre George Eliot ha sfruttato una grossa perdita alla roulette come espediente narrativo per dare impulso alla trama del suo romanzo Daniel Deronda. Dall’inchiostro di Ian Fleming è invece nato l’agente segreto più famoso del mondo, quel James Bond che abbiamo visto in tante pellicole sorseggiare Martini nelle sale di lussuosi casinò. Il primo romanzo di Bond, Casino Royale, comincia proprio con un tavolo da roulette.
Il casinò nel cinema, come cambia l’immagine del gioco
L’immagine di James Bond ci porta inevitabilmente al mondo del cinema. Qui il casinò ha conquistato un ruolo a sé, quasi fosse un caratterista. In “Colpo grosso” (Ocean’s 11), la pellicola originale del 1960, Danny Ocean e altri veterani della seconda guerra mondiale organizzano un colpo ai danni di cinque casinò di Las Vegas, mentre in “Una cascata di diamanti” il casinò Circus Circus si presta alle riprese che hanno visto Sean Connery interpretare un immortale James Bond.
È di due anni successivo “La Stangata”, film di George Roy Hill con Paul Newman e Robert Redford. Una delle opere cinematografiche più rappresentative del rapporto tra fortuna e abilità che si stabilisce nel gioco d’azzardo. Degli anni 80’ restano ancora vive le immagini di “Rain Man – L’uomo della pioggia”, in cui la coppia Dustin Hoffman e Tom Cruise racconta una tormentata storia tra fratelli. Memorabili le scene girate al Caesars Palace di Las Vegas. Il capoluogo della contea di Clark fa inoltre da sfondo al film di Martin Scorsese “Casino” (1995). I più giovani ricorderanno invece la serie di film Ocean’s, basata sulla pellicola del 1960. Protagonisti i furti condotti ai danni di molti casinò di Las Vegas.
Casinò e musica, da Lady Gaga a Sinatra
I giochi da casinò hanno rappresentato la fonte d’ispirazione per molte hit musicali. Gli appassionati del rock-metal conosceranno senza dubbio le note di “Ace of Spades” della storica band Motorhead. Sono più soft le tonalità di Blackjack di Ray Charles e Casino Boogie dei Rolling Stones: la band ha lavorato all’album da cui è tratta la canzone tra una puntata al Casinò di Monte Carlo e l’altra.
Chi ama i classici ricorderà invece Luck Be a Lady di Frank Sinatra, mentre Poker Face di Lady Gaga ha segnato la carriera della statunitense e ha fatto registrare oltre 10 milione di vendite solo negli Stati Uniti.
Il casinò, nelle sue diverse declinazioni, è quindi legato a doppio filo alla nostra storia. Lo ritroviamo come una costante accompagnato ai volti più noti della cultura popolare, ai film più celebrati e ad alcune delle opere dei più grandi maestri della letteratura. Come cambierà l’immagine del casinò