Roberto Spada il violento, Roberto Spada il fratello del boss, Roberto Spada il sostenitore di Casa Pound.
Tutti compatti nel condannare il proprietario della palestra che nel pomeriggio ha aggredito il giornalista Daniele Piervincenzi, testata a tradimento sul volto con conseguente rottura del setto nasale e una prognosi di trenta giorni, tutti pronti a dipingere quest’uomo come un mostro, una belva aggressiva e liberticida.
Roberto Spada non è la causa di questo ignobile gesto, è un effetto di un processo ben più ampio e ben più tollerato: lo sdoganamento del fascismo nelle istituzioni. La repressione verso ogni forma di dissenso e la spudorata rivendicazione dell’uso della violenza come argine alla libertà di stampa sono caratteri costitutivi della dottrina illiberale di cui Casapound si fa erede politica e non, come si potrebbe pensare, la semplice craniata di una testa calda.
In questo veloce riemergere di un clima revisionista, Casapound è stata in grado di vestirsi di una doppia morale vittimistico-violenta: da una parte il movimento lamenta di non potersi esprimere liberamente arrivando addirittura a citare la libertà d’opinione costituzionale (è successo l’ultima volta lunedì, a Cesena), dall’altra i militanti candidamente si autodefiniscono “fascisti del Terzo Millennio”, dimenticando che il fascismo è stato un fenomeno politico nato dalle squadracce, dagli omicidi e dai rapimenti degli oppositori politici e dalla repressione di ogni forma di dissenso. Il fascismo è nato dal sangue di Matteotti, di don Minzoni, dei fratelli Rosselli, di don Sturzo e delle migliaia di vittime sconosciute. Casapound lo sa e sa di dover essere prudente: Casapound è il movimento che non nasconde il suo lato violento, salvo poi ritirare la mano quando la stessa violenza suscita lo sdegno. In quel momento Roberto Spada non è più un alleato ma un “mafiosetto” da cui prendere le distanze. Come è già successo.
In questo clima di omertà ideologica, a cui andrebbe aggiunta quella di stampo malavitoso, il movimento di estrema destra gode di numerosi sostegni. Anche dai partiti del cosiddetto “arco costituzionale” che del Ventennio hanno costruito, senza oramai alcun tipo di vergogna, un vero e proprio revival che si potrebbe tranquillamente definire fantastorico.
Roberto Spada ora è solo, gli è rimasto il sostegno esclusivo dei vomitatori d’odio del web, quelli non lo abbandoneranno mai. Arriveranno le condanne, perché se le merita. Arriveranno le prese di distanza, perché la situazione è troppo pesante. Arriverà l’oblio, perché ogni vicenda è destinata ad essere dimenticata. Ciò che rimane incerta è la consapevolezza generale del fatto che in questo confuso scenario Casapound gioca abilmente in un ruolo ambiguo e accattivante, prendendo sempre più piede in un’epoca di evidente crisi democratica. Incerto non è se ci arriveremo tutti, incerto è quando lo faremo. Incerte saranno le conseguenze, perché potrebbe essere troppo tardi.