Bambini sorridenti, con in mano la calza della Befana. Niente di strano vero? Aggiungiamo un piccolo particolare e riformuliamo. Bambini sorridenti, con in mano la calza della Befana col logo di CasaPound. Questa la foto condivisa su Facebook da Mauro Antonini, candidato alla presidenza della Regione Lazio per CasaPound. Sulla carta, l’iniziativa organizzata in piazza De André, nel quartiere della Magliana era lodevole. Ma il partito di estrema destra col suo tocco “artistico” ha strumentalizzato anime innocenti per la sua campagna elettorale.
L’orgoglio nelle parole di Antonini
A commentario delle foto, scritte con orgoglio fascista, leggiamo:
Nessun italiano deve restare indietro. Tutti i bambini hanno il diritto di sorridere e di giocare, ma stamattina alla Magliana il sorriso lo hanno donato loro a me. Abbiamo consegnato giocattoli ai bambini del quartiere per la consueta festa della Befana.
Una giornata davvero emozionante: qualsiasi altro commento sarebbe superfluo. Le foto parlano da sé.
Ha ragione Antonini, poco c’è da aggiungere alle foto. Quale anima pia non vorrebbe vedere il sorriso sulla bocca dei bambini? Nessuno suppongo. Quanti sono disposti a strumentalizzare la felicità dei più piccoli, con scopi politici? Ovvio, CasaPound. E subito i loro sostenitori inneggiano sulla rete: “I bambini hanno sorriso ed abbiamo vinto. Fino alla vittoria con i nuovi, veri, italiani.”
Vorrei porre l’attenzione sulla parola veri seguita da italiani e concedermi una digressione. Ampio è il dibattito sullo Ius soli, la legge che concederebbe la cittadinanza italiana a chi nasce sul suolo italico. I nostri parlamentari, nel giorno del voto, erano tutti a casa malati. Può capitare, siamo in inverno e ci si ammala. Abbiamo perdonato tanto ai nostri politici, perdoniamo loro anche questo. I militanti di CasaPound cosa ne pensano? Si può concedere la cittadinanza ad un bimbo nato a Roma, da genitori marocchini, che vivono in Italia da tanti anni e sono perfettamente integrati? Mai. Mai e poi mai senza possibilità di appello.
CasaPound riporterà in auge la Befana Fascista?
Fortunatamente, accanto a chi loda la bontà del gesto (e chiude tutte e due gli occhi sul logo), c’è chi si indigna. In un commento si legge:
#Bambini utilizzati in campagna elettorale da #CasaPound. Ignari del valore di credibilità che danno ad una campagna occulta. Ti do il regalo e facciamo la foto. Quei bimbi non sanno che cosa è il #fascismo (ma gli adulti lo sanno fin troppo bene, ndr). Non hanno potuto scegliere attratti dai giochi.
Lampante è il collegamento con la Befana fascista, manifestazione istituita il 6 gennaio 1928 da Augusto Turati, allora Segretario del Partito nazionale Fascista. Ci pensa poi Davide di Stefano, responsabile romano di CasaPound, a non lasciare spazio ad equivoci sul richiamo storico dell’iniziativa.
Mini torneo di calcetto, distribuzione giocattoli e dolci per i bambini del quartiere. Durante la festa abbiamo effettuato una distribuzione di pane per le famiglie che assistiamo quotidianamente. Vogliamo tornare a vivere i nostri quartieri e recuperare l’aspetto comunitario e sociale di una festa ormai dimenticata da tutti, istituzioni territoriali in primis.
No, non sto riportando le parole di un quotidiano dell’epoca fascista. Ho citato proprio Davide di Stefano.
Ricordiamoci cos’era la Befana fascista
Lo scopo della Befana fascista era quello di dare visibilità ai fasci femminili e all’opera nazionale del dopolavoro. Commercianti, artigiani e agricoltori furono sollecitati a fare delle donazioni proprio in occasione della festa. L’iniziativa riscosse ampio consenso. Già nel 1932, il numero di pacchi dono distribuiti fu di 1.243.351.
Quando però la figura di Turati cadde in disgrazia, l’iniziativa prese il nome di Befana del duce o Natale del duce.
Siamo certi che l’iniziativa di CasaPound ha avuto il consenso di chi, attraverso le pagine del quotidiano Il Tempo, lo scorso 30 dicembre, titolava: “è l’eterno Mussolini l’uomo dell’anno 2017″. Una precisazione però va fatta, concedeteci il diritto alla replica. Se voi, nel 2018, portate ancora avanti idee cinquecentesche (l’ultima in ordine di tempo è la polemica sulla Madonna nera del presepe vivente teatino), come potete aspettarvi silenzio da parte nostra?
Lorena Bellano