Il peperoncino è noto per avere un’anima dal lato piccante. Il Carolina Reaper è un nuovo peperoncino ibrido della famiglia Capsicum Chinense e si differenzia dai suoi simili per essere il più piccante al mondo. Vedremo in seguito le sue caratteristiche.
Storia e nascita della specie del Carolina Reaper
E’ davvero curioso sapere che questa nuova varietà di peperoncino, sia nata grazie a Ed Currie. Riesce infatti ad ottenere il Carolina Reaper (HP22B) per mezzo della tecnica dell’impollinazione di due varietà. Il primo ad assaggiarne un pezzo fu un reporter di una radio, che rimase sconvolto dalla piccantezza.
Aspetto e caratteristiche
Il Carolina Reaper è di colore rosso fuoco e termina con una “codina” appuntita. La grandezza del peperoncino varia tra i 6-8 cm, dopo averlo assaggiato la sensazione che si prova è quella di bruciore. Il sapore ricorda un gusto fruttato, quasi tendente dolce. L’alta presenza della sostanza chiamata capsaicina è la responsabile della sensazione di bruciore. Le mucose della bocca percepiscono infatti un’alto quantitativo di calore. Questa sostanza si trova nella placenta, nella parte centrale del frutto. E’ importante stare attenti a prendere in mano questa specie di peperoncino evitando di toccarsi gli occhi, per evitare irritazioni. Il Carolina Reaper ha totalizzato 2.200.000 SHU (unità Scoville).
La coltivazione
Il Carolina Reaper può essere coltivato anche in vasi, il terreno deve essere ricco di nutrienti e sostanze organiche, è importante supportare la crescita con il potassio, favorendone l’assorbimento con l’irrigazione.
Questo tipo di pianta preferisce zone soleggiate, comunque durante le prime fasi di crescita è consigliabile tenere la pianta al riparo dalla luce solare.
Modalità di consumazione
Essendo un peperoncino estremamente piccante bisogna consumarlo in basse quantità, facendo attenzione sia per il consumo fresco che essiccato. Quando si prova questo tipo di peperoncino, la sensazione che si percepisce è quella di un calore istantaneo, che può portare a intasare le vie respiratorie e rendendo difficile la digestione.
Elena Cremonesi