Supermeat: la carne più amata dagli animalisti è quasi realtà

Carne in laboratorio

Bimba con gallo

Ho sempre mangiato la carne con un pizzico di cattiva coscienza.

Albert Einstein

In alcune discussioni, indipendentemente dall’opinione, l’innalzamento dell’intensità è direttamente proporzionale alla perdita del senso della stessa.

Dichiarazioni di legittime opinioni e libere scelte – che in quanto tali dovrebbero già essere scevre dalla pretesa assoluta di verità – si evolvono in presunzioni poco adatte a trasmettere il vero messaggio di partenza.

Infatti, quasi sempre, tra due estremismi la ragione perde.

Recentemente uno degli argomenti più sensibili, sul quale si scatenano campali e infinite lotte, è stabilire chi tra onnivori, vegani, carnivori, vegetariani, frugivori, crudisti etc. abbia ragione.

A quanto pare ciò che emerge dagli studi più completi e disinteressati, è una verità conosciuta da oltre 2000 anni.

“In medio stat virtus”

 

E mentre si continua a dissertare su vacche di Goji e noci di vitello, c’è chi si è posto il problema di andare oltre. Neanche il più ipocrita dei carnivori può infatti negare, quanto meno a se stesso, tre fatti sotto gli occhi di tutti.




Partendo da ciò il CEO Ido Savir – coadiuvato da un team di ricercatori – ha fondato Supermeat. Una start-up israeliana che si propone di risolvere in campo alimentare l’eterno dilemma che attanaglia veg e onnivori.

“E’ possibile avere la botte piena e la moglie ubriaca?”

O per essere più chiari.

A quanto pare si. A gennaio, Supermeat – che si finanzia tramite il crowdfunding – ha superato i 3 milioni di dollari raccolti.

Come spiegato a grandi linee in questo simpaticissimo video su Youtube, Supermeat si propone di sconvolgere le nostre convinzioni alimentari, più o meno come Galilei e Copernico fecero con il terrapiattismo.

Com’è possibile produrre carne vera in maniera sintetica?

Le cellule del pollo vengono immerse in una specie di brodo primordiale. Quest’ultimo è arricchito con nutrenti selezionati e controllati in laboratorio. In tal modo si assicura sia il sapore e la consistenza della carne, e anche la significativa riduzione del rischio malattie. Problemi a cui vanno incontro i polli allevati intensivamente. Anche per questo motivo, il settore è stato rinominato “clean meat”.




Non solo Supermeat.

Le motivazioni ecologiche e di mercato – solo in Italia il 7,6% dei consumatori ha rinunciato alla carne (fonte Eurispes) – hanno spinto personalità sensibili ai problemi ambientali a sostenere la causa. Bill Gates e Richard Branson sono tra i finanziatori di Memphis Meats (la cui raccolta fondi viaggia intorno ai 17M di $) che si propone di realizzare polpette di carne in laboratorio.

Insomma il dado – vegetale o di carne a tua discrezione – è tratto.

Presto mangeremo hamburger senza essere additati come assassini insensibili. Finalmente potremo fare una scelta animalista senza dover ascoltare noiosi, ripetitivi e talvolta disinformati luoghi comuni sulle carenze proteiche.

Daniele Fiorenza

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