Carlo Levi,nel suo capolavoro letterario: “Cristo si è fermato a Eboli”, usa una chiara metafora cristiana, quella di Cristo signore e modello della società occidentale e portatore di speranza e di progresso.
Eboli viene descritto come il paese che fa da confine e da spartiacque tra uno Stato che contribuisce a creare la storia nazionale e una realtà, quella del sud, fatta di immobilismo, di miseria e dolore. I contadini, veri protagonisti del romanzo vivono in una regione tra le più arretrate d’Italia, la Basilicata.
Levi, patriota, scrittore, medico e pittore è costretto a soggiornare in questo ambiente arretrato a causa della condanna al confino politico .
Egli, vivendo prima nella ricca Torino, porta con sé un grande bagaglio culturale laico e ideologico che fa a pugni con il mondo di “ignoranza” e superstizione della gente comune del sud Italia.
Il Levi non si erge a “dotto intoccabile”, ma è proprio l’umiltà culturale che gli permette di cercar di capire la loro dimensione del reale.
Al sud, è netta la divisione sociale tra signori e contadini in cui i primi vivono in un ambiente agiato e confortevole,mentre i secondi si lasciano avvolgere da incantesimi, amuleti e formule magiche per scacciare il malocchio e il potere delle tenebre.
Tra le curiosità antropologiche del luogo, non bisogna trascurare la figura del monachicchio, uno spiritello dai poteri magici.
La fortuna dei paesani , secondo le antiche leggende, deriva dalla cattura del “monachicchio” , uno spirito incappucciato che si aggira di notte nelle case dei dormienti, pronto a fare mille dispetti a ogni persona che prende di mira.
Ad esempio: fa il solletico sotto i piedi agli uomini addormentati, toglie le lenzuola dai letti, da pizzicotti, rovescia i bicchieri di vino, o si nasconde nelle folate di vento e facendo cadere le carte o i panni stesi , sottrae la sedia da sotto alle donne sedute, tira i capelli e nasconde gli oggetti di uso comune o preziosi nei luoghi più impensabili.
Se però di notte,un uomo riesce a prenderlo di sorpresa e a sottrargli il cappuccio rosso, senza il quale non riesce a vivere, egli è anche disposto a svelare il nascondiglio di pignatte d’oro.
Queste credenze sono una chiara testimonianza di un’età ancora arcaica pre -cristiana in contrapposizione a quella umana dell’epoca di Cristo e siamo già nella prima metà del ventesimo secolo!