Nel giorno dell’anniversario della morte di Carlo GIuliani, il Consigliere Pd di Ancona Diego Urbisaglia ha deciso di esprimere la sua opinione in un post di Facebook. Le sue parole parlano chiaro:
“oggi nel 2017 che sono padre, se ci fosse mio figlio dentro quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì sono cattivo e senza cuore, ma lì c’era in ballo o la vita di uno o la vita dell’altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani”
All’epoca Urbisaglia aveva la stessa età di Placanica, il carabiniere ausiliario che ha sparato quel colpo fatale, e di Carlo Giuliani. All’età di soli 23 anni una vita è stata stroncata e un’altra segnata per sempre.
Bastava riflettere un attimo per capire che non era il caso di scrivere quelle frasi. Carlo Giuliani non ha potuto festeggiare i 39 anni come lui né diventare padre. Indipendentemente dalle colpe, lo scopo della polizia non dovrebbe mai essere quello di uccidere.
Anche per chi è nato e cresciuto a Genova è difficile esprimere il proprio pensiero su una vicenda così controversa e che ha segnato in modo indelebile la città. Genova non era il luogo adatto per il G8 a causa della sua struttura urbana, le camionette della polizia non si sarebbero dovute trovare in quel posto. E, soprattutto, le forze dell’ordine non avrebbero dovuto abbondare dei colleghi a in balia dei manifestanti più violenti.
Appena iniziate le critiche Urbisaglia ha ovviamente fatto marcia indietro e chiesto scusa. Si può rimuovere un post da Facebook: peccato che sia impossibile rimuovere delle parole così inopportune dalla mente di chi le ha lette. Sì, perché alcune domande sorgono spontanee: Urbisaglia è mai stato a Genova? Ha mai percorso i suoi vicoli? Conosce Piazza Alimonda?
La smania di scrivere e di far sapere a tutti la propria opinione è diventata ormai più forte del buon senso. Aveva assolutamente ragione Umberto Eco:”I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.
Camilla Gaggero