Gli attivisti di Mother Nature Cambogia in carcere per proteggere l’ambiente

Gli attivisti di Mother Nature condannati al carcere per proteggere la loro terra

Mother Nature è un’associazione nata nel 2012: sono riusciti a fermare la costruzione di una diga idroelettrica che avrebbe distrutto una zona ricca di biodiversità e costretto le popolazioni indigene all’espropriazione delle loro case. Il governo rinunciò al progetto, ma cominciò a perseguitare gli attivisti di Mother Nature con condanne e arresti. Ma gli attivisti di Mother Nature hanno continuato le loro manifestazioni coraggiose, creative e nonviolente.

Il 1 luglio 2024 Ly Chandaravuth, Thorn Ratha, Long Kunthea, Phoun Keo Raksmey, Binh Piseth, Pak Khoeuy e Ray Raksmey sono stati condannati a sei anni di carcere. Sun Ratha, Alejandro Gonzalez-Davidson e Yim Leang Hy sono stati condannati a otto anni di carcere e a una multa di 10 milioni di riel. Gli attivisti di Mother Nature sono accusati di cospirazione contro lo Stato e oltraggio al re. Il primo ministro Hun Manet non ha raccolto le richieste delle organizzazioni di diritti umani. Montse Ferrer vicedirettore regionale per l’Asia di Amnesty International ha dichiarato

La decisione di oggi rappresenta un altro duro colpo per la società civile cambogiana. Mother Nature Cambogia è un rinomato gruppo di attivisti che ha attirato l’attenzione sul degrado ambientale alimentato dalla corruzione di lunga data del paese.

Cambogia: corruzione e privatizzazione

La Cambogia in effetti risulta essere uno dei paesi più corrotti del mondo secondo l’organizzazione non governativa Transparency International. A partire dai primi anni 2000 il governo ha dato il via a una privatizzazione efferata, senza gare d’appalto, vendendo tutta la costa accessibile, senza chiedere il consenso delle popolazioni che vi abitavano e permettendo l’acquisto a società con il 100% di capitale straniero.



La forza pacifica degli attivisti di Mother Nature

Si capisce che gli attivisti di Mother Nature sono una spina nel fianco. Infatti le loro manifestazioni sono pacifiche e rispettose, eppure perseverano con calma e costanza nel denunciare le svendite e gli avvelenamenti ambientali facendo nomi e cognomi dei magnati a cui il governo di Hun Manet. È diventata celebre l’azione contro l’esportazione illegale di sabbia che distrugge gli ecostistemi: gli attivisti di Mother Nature si sono fatti fotografare con i corpi completamente sommersi dalla sabbia e solo la testa visibile. Ma ancora: fiumi pieni di immondizia, la denuncia del continuo disboscamento dell’isola di Koh Kong e della promessa non mantenuta dal ministero dell’ambiente di dichiarare l’isola Parco Nazionale Marino protetto. Con dei droni hanno documentato il disboscamento in atto nel Bokum Sakor National Park. L’80% del parco è stato dato in mano a compagnie private.

Disboscamento in Cambogia: -26% in meno di 43 anni

La Cambogia ha perso 2,5 milioni di ettari di foresta dagli anni ’70 a oggi. Lo denuncia un report dell’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite. La sempre più grande richiesta di legname è legata alla necessità di fabbriche edili e tessili. Per quanto riguarda il Botum Sakor National Park, gli attivisti di Mother nature raccontano che migliaia di famiglie sono state fatte sloggiare per costruire un aereoporto e casinò, dunque benefici per ricchi, senza alcun rispetto per le specie in via di estinzione che abitano quei luoghi come il pangolino e l’orso malese.

Vincitori del premio Rightlivelihood 2023

Nel 2023 gli attivisti di Mother Nature sono stati premiati con il Rightlivelihood award

Per il loro coraggioso e coinvolgente attivismo nel mettersi in contatto con le comunità locali e preservare l’ambiente naturale della Cambogia nel contesto di uno spazio democratico altamente ristretto.

Nel ricevere il premio gli attivisti di Mother Nature hanno dichiarato che non era loro, ma di tutti i cittadini della Cambogia. Il modo di protestare degli attivisti di Mother Nature è un modello di attivismo non violento, dove il senso di missione è così profondo che anche nelle immagini in cui la polizia li scorta malamente dalla corte dove è stata emessa la sentenza al carcere, non si percepisce nei loro volti il minimo rancore o paura

Non è facile sottometterci. Il modo per sottometterci è creare una società giusta.

A seguito della condanna, Greta Thunberg ha lanciato un appello attraverso i Friday for future per difendere gli attivisti di Mother Nature. In un recente documentario Ly Chandaravuth e Sun Ratha, recatisi a Stoccolma per ritirare il premio, incontrano una rappresentante del Partito dei Social Democratici Svedesi. La donna assicura loro che cercherà di fare pressioni al governo in caso di condanna. On line c’è un appello che chiede la loro scarcerazione e sappiamo come la pressione dell’opinione pubblica possa influenzare le scelte di qualsiasi governo, quindi teniamo le luci accese su di loro.

Federica Sozzi

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