Aveva finito la giornata di lavoro, tornava a casa, era di pelle oscura, un afro-venezuelano. Carlos Ramirez cercava una stazione del metro. Dimentica di trovarsi nella zona chic di Altamira e Chacao, quella dei più benestanti e reazionari di Caracas. Lì vivono soprattutto i discendenti dei migranti Europei. Arrivarono con valigie di cartone e pantaloni rattoppati, ora vedono come un pericolo tutto il resto dei venezuelani, vale a dire il 95% della popolazione. Avevano le pulci, sono diventati una lumpen-borghesia improduttiva, però si credono discendenti diretti dell’aristocrazia spagnola. Quella che perse l’impero su cui non tramontava mai il sole, per mano di un certo Simon Bolivar e degli antenati di questo giovane vilmente sacrificato.
https://youtu.be/qr54G8EauHI
Questo lavoratore afro-venezuelano ha commesso il terribile errore di imbattersi in un assembramento di estremisti facinorosi dell’estrema destra razzista. Sono quelli che vorrebbero “buttar giù Maduro” a qualsiasi costo, compreso il linciaggio al più puro stile del Klu Klux Klan.
I “paradisi mediatici” delle due sponde dell’Atlantico insistono a dipingerli come ammirevoli “combattenti della libertà“. Credono che siamo imbecilli? Cedono al richiamo del branco e rivelano le “affinità elettive” che uniscono le elites europee con il neo-pinochettismo delle oligarchie sudamericane? Nonostante tutto, la barbarie continua ad affratellarli.
Finora si erano contraddistinti per riconoscere validità solo alle elezioni in cui risultavano vincitori. Ora hanno notificato che anche il linciaggio è uno strumento congeniale, valido e necessario per difendere i loro privilegi. Carlos Ramirez non è morto ed ha potuto raccontare il suo calvario.