Giorgia Meloni non è nuova a trovate roboanti, ora vorrebbe che la festa nazionale fosse il 4 novembre, la presidente di FdI in una conferenza stampa a Montecitorio fa sapere che “il 25 aprile è diviso”.
Ma cara Giorgia Meloni, lei ha perfettamente ragione. Il 25 aprile è divisivo e deve continuare ad esserlo.
Il 25 aprile deve dividere. E deve insegnare sempre, alle nuove generazioni, a non confondere, a distinguere, a dividere: da una parte i totalitarismi e dall’altra la libertà, da una parte il fascismo e dall’altra la democrazia, da una parte il razzismo e dall’altra il rispetto per tutti, da una parte i nazisti e i loro collaboratori e dall’altra i partigiani che morivano per l’Italia, da una parte i carnefici e dall’altra la difesa delle vittime.
Se per lei è un problema la divisione del 25 aprile, è perché lei ritiene evidentemente che ci sia ancora gente in Italia che si rispecchia nell’altra parte, quella che la Liberazione non l’ha mai mandata giù. E allora a maggior ragione c’è bisogno di 25 aprile. E di evidenziare la differenza tra chi sta con la Liberazione del popolo italiano e chi no.
E un’altra cosa sulla sua geniale idea di promuovere il 4 Novembre come principale festa nazionale italiana al posto del 25 aprile e del 2 giugno, con iniziative del suo partito che vanno sotto lo slogan “non passa lo straniero”: quanto fa schifo, quanto è ributtante usare questo grido costato nel 15-18 la vita a oltre mezzo milione di giovani italiani, per scopi di spicciola propaganda odierna?
Dice che “oggi lo straniero è lo strapotere della burocrazia europea, della finanza speculativa, le agenzie di rating, le mafie nigeriane e cinesi”.
No signora Meloni lo straniero è il mafioso punto, non solo quello nigeriano, che se sta qui è su concessione dell’italiano.
Lo straniero in Italia oggi è l’evasore bianco o nero che sia e che ruba agli onesti, è il corrotto bianco o nero che sia, è chiunque non rispetti la Costituzione che prevede l’accoglienza e la libertà, che prevede la non ricostituzione del partito fascista in ogni sua ipocrita forma. È ogni disonesto che fotte gli onesti.
Il 25 aprile è la festa che unisce gli italiani che hanno deciso di dividersi dalle peggiori pagine della nostra storia. E allora 25 aprile, oggi più che mai.