Il capitalismo verso la disfatta: sempre più poveri.

L’era del capitalismo autodistruttivo: la fine dei profitti e l’inizio della fame.

Capitalismo: l’economia mondiale si fonda sulle antiche leggi del liberalismo e sulle teorie di Adam Smith. Un mercato libero, in cui le risorse si dispongo secondo un loro ordine naturale. I rapporti tra venditore e acquirente vengono gestiti dalla cosiddetta “mano invisibile“.

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Invisibile davvero, perché l’esito è tutt’altro che equilibrio. L’illusione di un capitalismo funzionale ad ogni essere umano è ormai un miraggio. Lo dimostra la realtà dei fatti: col passare degli anni le ricchezze si accentrano sempre più nelle mani di pochi. Quella che si potrebbe definire la “classe media” si sta disintegrando. I poveri continuano ad impoverirsi, mentre i ricchi ad arricchirsi.

Non è questione di persone buone o cattive. Il problema è intrinseco al capitalismo stesso, questa è la sua natura. “Il fine del capitalismo non è l’umanitarismo, non è il dar da mangiare a tutti; il fine del capitalismo è il profitto” (F. Cardini).

È il pensiero dominante ad essere crudele, cieco e insensibile. “Viviamo all’interno di un sistema cannibale” (J. Ziegler).

Dall’altra parte assistiamo ad un profondo mutamento della politica. Sempre più lontana dalle necessità dei singoli cittadini e sempre più imbrigliata alle multinazionali e al terrore che le imprese vadano a cercare luoghi più favorevoli. E, riprendendo Karl Marx, i governati si sono trasformati in affaristi.
“La concentrazione della ricchezza porta quasi automaticamente alla concentrazione del potere politico, che a sua volta si traduce in leggi che favoriscono naturalmente gli interessi di coloro che le formulano”
(Noam Chomsky)

Eppure, per quanto sottomessi a questo sistema, per quanto ogni individuo e ogni stato si ritrovi incatenato a questo mostro perennemente affamato, una via d’uscita c’è.
Una “rivolta delle coscienze” è necessaria per smuovere i potenti di tutto il mondo. Solo una opposizione netta e chiara a questo capitalismo artefice di tanta sofferenza.

La disuguaglianza parte spesso dal portafoglio. Le risorse di cui disponiamo possono fare la differenza tra il diventare un operaio o un avvocato di successo. In ogni ambito coloro che dispongono di più mezzi hanno una marcia in più.

Libertà significa essere liberi di realizzarsi pienamente, senza impedimenti economici o discriminatori. Ogni bambino del mondo ha diritto al cibo, all’istruzione, alla possibilità di realizzare ogni suo sogno, anche quello più costoso.

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