Caos nel governo gialloverde dopo il voto sulla Tav.
Nell’Aula di palazzo Madama si è consumato l’ennesimo strappo politico tra Lega e 5stelle, che ha causato il caos nel governo dopo il voto sulla Tav. La Tav rappresenta il nodo cruciale dell’alleanza gialloverde. Tanto aggrovigliato che alla fine è scoppiato il caos, provocando l’ennesimo spacco. Da una parte l’ostinato no grillino all’opera – votato solo dai 5S -, dall’altra il sì di Lega, Fi, Fdi e Pd che hanno votato compatti tutte le mozioni a favore dell’Alta Velocità.
Ll’Aula del Senato doveva votare sei mozioni. Presentate rispettivamente da: M5s, Pd, Forza Italia, una da Fratelli d’Italia e due del gruppo misto. Solo due mozioni, precisamente quella di M5s e Leu, erano contrarie alla realizzazione della Torino- Lione. La Lega, che non ha presentato nessuna mozione, ha votato si a tutte le mozioni a favore dell’opera. L’unica bocciata è stata la mozione del M5s. La mozione del M5s contraria alla Tav è stata bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110. Quella Leu, del gruppo misto, non è stata messa in votazione. In quanto, avendo l’Aula già bocciato quella dal contenuto simile dei pentastellati, è decaduta
Il voto unanime di tutte le forze politiche ha provocato l’ira del M5s e il successivo caos nel governo.
Infatti, via facebook il movimento ha subito denunciato la questione.
«Abbiamo portato il TAV in Parlamento e sono venuti allo scoperto! Ma la cosa più ridicola è che la Lega li sostiene dopo che il Pd ha presentato una mozione di sfiducia su Salvini. L’inciucio è servito! Aprite gli occhi!».
Tuttavia nessun inciucio si è evidenziato. Poco dopo il voto e il successivo caos politico, il Segretario dem chiedeva a Conte di salire al Quirinale.
«La seduta del Senato ha dimostrato in maniera assolutamente evidente che il governo non ha più una maggioranza. Un governo non può non avere una sua maggioranza in politica estera e questo governo non ce l’ha. Il Presidente Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal Presidente Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata».
Stessi toni avuti da tutte le forze politiche. A seguito dello stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav. A Palazzo Chigi si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Durante il quale il leader leghista ha posto le condizione per andare avanti. Alcune voci durante il colloqui hanno ipotizzato il voto prima della fine dell’anno.
La questione Tav sembra essere divenuta prettamente di propaganda per il M5s, che sull’argomento ha più volte cambiato opinione. Arrivando spesso sul punto di approvarla.
Leandro Grasso