Sono passati sei anni dalla caduta dell’ultimo Governo Berlusconi.
Caduta piena di misteri, che affascina i complottasti e i ricercatori della verità (ne esiste solo una?). In questo limbo, tra la fine della “seconda Repubblica”, la nascita dei governi tecnici e di quelli dichiarati troppo superficialmente incostituzionali, – era la Legge elettorale ad esserlo (il Porcellum), ma non il Governo, legittimato appunto dall’unica Legge vigente, e che ora ha lo scopo primario e ultimo di stabilire una nuova Legge elettorale-; che ci troviamo davanti ad un nuovo corso, quello che dovrebbe segnare l’inizio della “terza Repubblica”.
È un percorso insidioso e pieno di ostacoli, talvolta pericoli, quello che porterà il Paese al nuovo corso. Un Paese dilaniato e diviso come mai lo era stato. Non esistono più appartenenze certe e il popolo è stanco, disamorato della politica e disposto solo ad ascoltare le dottrine populiste.
La disoccupazione giovanile è spaventosa, ancora di più quando si scopre che una larga fetta di giovani rinuncia non solo lavorare, ma anche a studiare. È morta la speranza, insieme alla fiducia nella politica.
La sinistra dovrebbe vergognarsi di sé stessa, di essersi trasformata, divisa, svilita e di essere divenuta incapace di rappresentare il suo naturale elettorato, di essere diventata snob e di non avere tutelato, insieme ai lavoratori, neanche l’arte e la cultura.
La destra dovrebbe fare i conti con la sua storica incapacità di andare con lo sguardo oltre il proprio naso, sempre pronta alle barricate e ad ascoltare solo le sue ragioni, incapace di comprendere, sostenere e tutelare arte e cultura, confondendole sempre con il termine tradizione e la sua stretta visuale a quarantacinque gradi.
Entrambe sono le responsabili del sorgere drammatico dei nuovi estremismi, che approfittano delle forze populiste, capaci solo di alimentarsi attraverso il disagio sociale e di infiammare la rabbia del popolo attraverso l’indicazione di un capro espiatorio e delle sue ramificazioni, ree di ogni male del Paese.
La temperatura è alta e non è solo una questione climatica. Non accorgersene è ridicolo e irresponsabile.
Personalmente vivo questo tempo con estremo disagio, perché ho girato la boa e sto affrontando i miei secondi quarant’anni. Come tanti, non ho certezze ma solo dubbi, devo accontentarmi del quotidiano, ma se è vero che il presente è tutto, è anche vero che esso determina il futuro e non mi sembra un gran futuro.
Stiamo vivendo il caos e il naturale ordine delle cose non sembra riesca a trovare soluzione da solo. Serve l’impegno di tutti, soprattutto della politica.
Quale politica?
Fare il confronto tra un campione di politici della prima Repubblica e uno degli attuali, sarebbe disastroso e imbarazzante per i secondi.
Non c’è stato alcun ricambio, nessuna scuola politica. È tutto risorto da una forzata rottamazione, che ha riempito il Parlamento di troppe figure non all’altezza di quella posizione e prive di qualsiasi autorevolezza. Ci sono politici che hanno difficoltà ad esprimersi correttamente in lingua italiana o che parlano solo per slogan. Siamo nel punto più basso della storia della Repubblica e ne paghiamo le conseguenze quasi tutti. Eccetto quelli che possono fare pressione sulla politica, eccetto quelli che posseggono ricchezze smisurate.
Abbiamo vissuto anche l’abbaglio “pentastellato”: la trasmutazione dell’idea di disagio e frustrazione, che diventava materia politica eleggibile e ora stiamo vivendo il sorgere di quelle forme di pensiero, che alla forza e alla determinazione, concedono il loro stato materico.
Se ne parla poco, ma in Italia l’idea di un golpe militare convince tanti cittadini esasperati ed affascina buona parte di quelle che hanno smesso di credere alla politica.
Secondo alcuni, negli ultimi anni abbiamo vissuto il tentativo di due “colpi di Stato bianchi”: quello riuscito contro Berlusconi nel 2011 e quello recente denunciato da Renzi in riferimento alla semi caduta del suo Governo, che lui ha stesso ha definito: “un disegno eversivo”.
Certamente se questi accadimenti fossero veri, non avrebbero gli stessi mandanti.
Contro Berlusconi, se di colpo di Stato si è trattato, la pressione è venuta da fuori confine; mentre per Renzi, non sarebbero da escludere ingerenze interne di partito. Sicuramente chi poteva fare paura all’Europa era il primo e non il secondo.
Nel fiume del complotto anche Grillo si è immerso, relativamente alla rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica. Anni, questi ultimi, di sospetto e di trasversali teorie della cospirazione; e oggi alcuni sondaggi (tutti da verificare), parlano di una maggioranza di italiani ben disposta all’idea di un colpo di Stato militare, e inerenti al tema, sono comparse negli ultimi mesi dichiarazioni di alte cariche di diversi corpi armati (fidarsi della rete non è mai cosa buona), intervistati sul drammatico tema dell’immigrazione. L’unica di queste alte cariche, che sono riuscito a sentire parlare per bocca sua in alcuni video, è l’ex Generale dei Carabinieri: Pappalardo, che avrebbe denunciato Governo e Parlamento per un patto nascosto sull’immigrazione, con l’accusa di usurpazione del potere politico.
L’ex Generale dei Carabinieri, legato prima ai Forconi e ora in forza al Movimento Liberazione Italia, accusa con forza da mesi l’operato di un Governo da lui ritenuto abusivo. Contemporaneamente e legittimate dalla campagna xenofoba di Salvini e dalle sempre più presenti correnti europee di destra, le forze della estrema destra italiana hanno iniziato a fare la voce grossa e ad agire sul campo, agitando la rabbia soprattutto nelle periferie e dove lo Stato fatica ad essere presente anche negli aspetti più basilari.
Lo Stato, in questa parola è nascosto il problema principale. Lo Stato è assente ed è assente da tempo indeterminato. Abbiamo perduto il senso stesso di questa parola e la fiducia che dovremmo riporvi, dalle Istituzioni fino ai cittadini, nessuno escluso, comprese le forze armate, quelle più sacrificate dallo Stato.
Non sarei felice di un colpo di Stato, non sarei felice neanche se fosse “pacifico”. Le conseguenze sarebbero pericolose. Allo stesso modo non mi rende felice la situazione attuale. Non so perché ma il Limbo, l’ho sempre trovato più vicino all’Inferno che al Paradiso e questo periodo storico è il Limbo italiano.
Messa da parte l’idea complottista e pensando invece ad una soluzione democratica, quando sarà partorita la nuova Legge Elettorale, non ci saranno più scuse per chi governerà il Paese.
Si ripartirà da un fatto principale: la Costituzione è salva. Bisognerà solo rispettarla senza pensare più di stravolgerla, magari su consiglio europeo. Su questo gli italiani sono stati chiari.
Ma chi governerà il Paese? Quale forza politica oggi può dichiararsi sicura di vincere? Quali coalizioni si prospettano?
Molto dipenderà dalle Legge elettorale stessa, ma in questo momento la divisione e l’isterismo sono rappresentazioni perfette della confusione politica.
La sinistra frammentata non credo avrà un’altra opportunità e i democratici pagheranno le conseguenze del renzismo e dei dispetti dei suoi avversari interni. Il Movimento Cinque Stelle non ha più l’appeal delle ultime elezioni politiche e non credo riuscirà a radunare tutti gli scontenti come accadde nel 2013. Troppi errori, raccolta indifferenziata di elettori, nessuna appartenenza di valori e una pericolosa e mai negata tolleranza per le forze di estrema destra. Stesso problema per Salvini e la sua politica di slogan. Sinistra e destra non hanno più rilevanza e nel loro centrismo si confondono come fossero gli ingredienti di una stessa miscela. E’ in questo clima che fa paura la possibile unione di tutte le forze populiste, che hanno terreno fertile come mai era accaduto nella storia della Repubblica e dove a questo punto solo Berlusconi, potrebbe evitarne la vittoria con il suo ritorno.
Berlusconi, rinvigorito da questi anni di pausa forzata, avrebbe grandi possibilità di tornare a governare il Paese, andando soprattutto a mediare gli istinti primordiali della politica di Salvini (la Lega potrebbe essere un alleato mal visto, ma necessario), e il suo ritorno non sarebbe privo di sorprese, sia per età, sia per quel senso di vendetta/rivincita politica che non credo, in questi anni, lo abbia mai abbandonato. Credo il suo rinnovamento passerebbe anche e soprattutto attraverso la scelta degli uomini, in tanti del vecchio corso resterebbero a casa e tutta la sua politica sarebbe incentrata a mettere in difficoltà l’Europa, magari attraverso un protezionismo italiano e una nuova moneta da far circolare parallelamente all’Euro, che non sia per forza la vecchia Lira.
Si trattata ovviamente solo di supposizioni, di fantapolitica e null’altro, ma mai dare nulla per scontato, perché il tempo della “terza Repubblica”, è ormai prossimo.