Cannibalismo, una pratica antica tanto quanto l’umanità

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Il cannibalismo probabilmente è nato nello stesso momento in cui è nato l’essere umano. È profondamente antico ed ogni giorno che passa si scoprono nuovi indizi che lo confermano. Secondo alcune scoperte archeologiche sembrerebbe che gli uomini del Paleolitico, e delle epoche successive, adempivano ampiamente a questa pratica.

Cannibalismo, le origini

Le motivazioni che spinsero gli antenati a commettere un gesto simile sono molteplici. Tra cui ritualità, tradizione e necessità. I primi segni di cannibalismo arrivano da più di 800.000 anni fa. Alcuni dei primi gesti furono opera dell’Homo Antecessor. Il fattaccio in questione si consumò in Spagna, più precisamente a Gran Dolina. Dai resti umani, ritrovati durante uno studio archeologico, emersero segni di macellazione, scorticamento, rimozione della carne, ma soprattutto, rimozione del midollo.

Anche i Neanderthal, prima di seppellire i defunti, estraevano parti del corpo per poi mangiarle e utilizzarle in rituali, e la stessa cosa accadde all’Homo erectus. Ma non solo uomini così antichi erano soliti a cibarsi dei propri simili. In Europa, soprattutto durante il periodo Medioevale, venivano utilizzati i corpi umani sia per soddisfare la fame durante la guerra e le carestia e sia per fabbricare medicine.



Cannibalismo in Europa

A confermare questa tesi è la professoressa Louise Noble e il professore Richard Sugg. I due hanno portato avanti numerosi studi legati ai testi del XVI° e del XVII° secolo riscontrando numerose prove. Ma come venivano create queste medicine? La rivelazione è agghiacciante ma reale. La materia prima prediletta erano i resti delle mummie egizie ma teschi riesumati da tombe varie andavano bene comunque. Questi “ingredienti” venivano sbriciolati e inseriti all’interno di altri ingredienti con lo scopo di alleviare i mal di testa, l’epilessia, le emorragie e molto altro.

Altri ingredienti potevano essere il sangue e il grasso. Quest’ultimo veniva adoperato maggiormente per curare le ferite. Il sangue fresco invece, recuperato dal boia durante le esecuzioni capitali, si pensava avesse proprietà quasi magiche. Dicevano infatti che contenesse la linfa e la forza vitale della vita che aveva appena abbandonato. Secondo quanto detto su Focus il temine cannibale fu coniato da Cristoforo Colombo e la motivazione è più che evidente. Colombo, durante la conquista delle Americhe, ebbe l’occasione di venire a conoscenza di una tribù chiamata Canibal. Questi praticavano il cannibalismo e presto diventarono il sinonimo della cosiddetta antropofagia.

Cucina a base di uomo

Anche se per alcuni potrà essere disgustoso non si può però escludere che sia la realtà dei fatti. Molti forse si domanderanno, ma come veniva cucinata la carne umana? I più antichi tendevano a bollirla, i cannibali della Nuova Guinea (ancora viventi) invece hanno sempre preferito il forno. La tribù dei Tupinambà, situata in Brasile, invece utilizzava diverse tecniche come per esempio l’affumicatura, l’arrostimento e la bollitura. Gli Aztechi invece tendevano a stufarla all’interno dei loro pentoloni.

I cannibali oggi

Questa pratica, anche se sembra essere molto antica, in realtà è ancora praticata nell’epoca moderna. A parte i serial killer e i malati di mente, in Nuova Guinea è presente ancora una tribù di cannibali chiamata Korowai. La loro comunicazione con il mondo esterno è praticamente nulla, vivono in simbiosi con la foresta e anche per questo si sa ancora molto poco sulle loro pratiche attuali. Di certo a nessuno è venuto in mente di fargli visita per scoprirlo!

Rebecca Romano

 

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